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sabato, Aprile 27, 2024
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Carabiniere investito a Napoli, il 18enne aveva precedenti per tentato omicidio

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In sella ad un SH a corso Arnaldo Lucci, a tutta velocità, non si è fermato all’alt del carabiniere e, nel tentativo di fuggire, lo ha investito. Le immagini agghiaccianti dell’impatto hanno fatto il giro del web, raccontando quella che, di fatto, è stata una tragedia sfiorata. Infatti né il 18enne alla guida, né il militare 39enne hanno riportato gravi lesioni nello scontro, pur essendo entrambi ricoverati in ospedale.

Le sue manovre spericolate non sono sfuggite alle divise. E, così, l’appuntato ha sollevato la paletta, intimandogli l’alt. Segnale, quello, del tutto ignorato dal giovane, per il quale la presenza dei carabinieri lungo la sua strada si è trasformata in un fastidio da risolvere. Fastidio risolto nel modo più semplice: fuggendo, anche a costo di investire un pedone.

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Il curriculum criminale di Cristian Amato

L’impatto si verifica sotto gli occhi di decine e decine di testimoni presenti. Per qualche secondo si registra anche della tensione con le forze dell’ordine. Il carabiniere viene subito soccorso e lui, miracolosamente, riporta solo contusioni ad un braccio. Ma sull’asfalto finisce anche lo stesso 18enne, che dopo essere sbalzato per alcuni metri rovina a terra e va a sbattere anche contro alcune auto in sosta. Anche qui, una tragedia sfiorata: basti immaginare cosa sarebbe successo se la traiettoria della caduta lo avesse proiettato contro le auto che transitavano sull’altra corsia di marcia. Attualmente Cristian Amato si trova ancora ricoverato all’Ospedale del Mare, strettamente piantonato.

Ciò che è emerso dalle indagini, in realtà, è che il giovane centauro, pur avendo solo 18 anni, ha già alle spalle un curriculum criminale di ‘tutto rispetto’. Affidato ad una casa famiglia dal 2019, gli inquirenti hanno accertato che all’età di 16 anni Cristian Amato è stato in carcere per tentato omicidio. Avrebbe, secondo le ricostruzioni, accoltellato un coetaneo durante una rissa, in quanto figlio di un soggetto legato al clan D’Amico. Non è escluso – a questo punto – che, una volta dimesso dall’ospedale, per lui possano aprirsi le porte del carcere. Con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, guida senza patente reiterata nel biennio.

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