Ieri mattina, domenica 7 settembre, si è tenuta la cerimonia di canonizzazione di Carlo Acutis, il 15enne morto il 12 ottobre 2006 a causa di una leucemia fulminante e proclamato santo a soli 19 anni dalla morte. Si tratta, nei fatti,del primo santo “millennial”.
Carlo Acutis, emozione e festa grande anche in Cilento per la santificazione del 15enne
A Centola, in provincia di Salerno, paese di origine della mamma di Carlo Acutis Antonia Salzano, la gente si è raccolta in piazza, davanti al maxischermo fatto installare per vivere insieme l’emozione della canonizzazione di San Carlo Acutis, divenuto patrono di Internet e dei giovani.
Papa Leone XIV, a margine della messa di canonizzazione ha ricordato le parole di Carlo Acutis: ”Non io, ma Dio”, emblema della sua spiritualità. ”Carlo ha incontrato Gesù in famiglia, grazie ai suoi genitori, Andrea e Antonia – presenti qui oggi con i due fratelli, Francesca e Michele – ha detto papa Prevost. Ed è cresciuto nelle sue giornate di bambino e di ragazzo integrando preghiera, sport, studio e carità”.
Si chiedeva perché “gli uomini si preoccupano tanto della bellezza del proprio corpo e non si preoccupano della bellezza della propria anima”, ricorda il pontefice, compiendo il percorso che aveva visto Papa Francesco accompagnare l’intero iter di riconoscimento della santità di Carlo Acutis, figura capace di parlare alle nuove generazioni con un linguaggio fresco, diretto, e radicato nella fede.
“Giocava a calcio e andava al mare, ma non mancava mai alla messa quotidiana”
Anche il Cilento, con la sopracitata Centola, hanno festeggiato la canonizzazione di Carlo Acutis. La madre Antonia Salzano è infatti originaria del paese, e il 15enne con la sua famiglia erano soliti trascorrere le vacanze a Palinuro. I familiari, che oggi ancora vivono a Salerno, raccontano del suo viaggio verso il Sud, della sosta al Santuario di Pompei e a Salerno. E poi della gita immancabile al Santuario eucaristico di San Mauro La Bruca, incuriosito dal prodigio avvenuto in paese il 25 luglio 1969. Alcuni ladri avevano rubato la pisside che, nel tabernacolo della Chiesa di Sant’Eufemia, custodiva 63 ostie consacrate.
Carlo andava al mare nella spiaggia meravigliosa delle Saline, giocava con i suoi amici nelle strade del borgo, passava ore con nonno Antonio. Ma non mancava mai alla messa quotidiana, all’adorazione eucaristica, alla recita del Rosario. Non è un caso che ieri tutto il paese si sia fermato per assistere, su un maxischermo montato in piazza San Nicola di Mira, alla diretta televisiva della canonizzazione. Per una volta non ci si è fermati per una partita di calcio o un festival canoro, ma per un ragazzo proclamato santo.
C’era anche il sindaco Rosario Pirrone che ha parlato di «una giornata storica»: un centolese d’adozione diventato santo. Un’ora prima della celebrazione in tanti hanno ricordato aneddoti di Carletto, così lo chiamavano i familiari e i compaesani.


