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giovedì, Maggio 2, 2024
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Caro voli, la riforma contro i rincari fa discutere: “Riguarda solo le isole ed in casi eccezionali “

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Il ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, presenta entusiasta la nuova riforma ideata per gestire il caro voli. C’è chi però risponde con parole critiche all’entusiasmo del ministro sottolineando che il decreto riguarderà solo Sicilia e Sardegna: “È solo fumo negli occhi dei cittadini” dice Massimiliano Dona.

Il primo punto del decreto contro il caro voli 

Fermata l’asta dei voli, stop all’algoritmo usato da parte dei vettori per determinare il prezzo dei biglietti” così il ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso ha parlato di una delle riforme approvate nell’ultima riunione del Consiglio dei ministri prima della pausa estiva. Pare che però l’entusiasmo sia stato subito frenato da Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori. Dona definisce la norma “inconsistente, tardiva e fuorviante per chi pensa veramente che si stia mettendo mano al caro vacanze”. Il presidente dell’Unione nazionale consumatori sottolinea inoltre che, paradossalmente, la suddetta riforma rischia di trasformarsi in “un incentivo ad aumentare i prezzi“.

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Il primo articolo del decreto parla delle “Pratiche commerciali scorrette relative ai prezzi praticati su voli nazionali per le isoleSi evince con chiarezza che il decreto riguarda solo le due isole. Il primo articolo introduce quindi un nuovo comma che ‘vieta‘ la “fissazione dinamica delle tariffe da parte delle compagnie aree, modulata in relazione al tempo della prenotazione” ma solo ed esclusivamente “se ricorrono congiuntamente le seguenti condizioni“.

Le parole di Massimiliano Dona 

E’ chiaro quindi che il decreto sia, non solo circoscritto per i voli che riguardano le due isole maggiori, ma anche in presenza di determinati fattori. Questi sono le condizioni per le quali la pratica risulterà scorretta: “a) è applicata su rotte nazionali di collegamento con le isole; b) avviene durante un periodo di picco di domanda legata alla stagionalità o in concomitanza di uno stato di emergenza nazionale; c) conduce ad un prezzo di vendita del biglietto o dei servizi accessori, del 200 per cento superiore alla tariffa media del volo“.

Il decreto ha creato sconforto suscitando parecchie critiche sulle condizioni di applicazione poiché nel caso in cui non ci siano emergenze e non ci si trovi in alta stagione i prezzi possono pure essere, ad esempio, 10 volte più alti della media. Ma anche nel caso in cui tutte le condizioni dovessero essere presenti i prezzi possono anche essere il triplo della media. Con la nuova norma i prezzi potrebbero comunque aumentare basta che non superino il 200% in concomitanza con le altre condizioni previste.

Dal punto di vista di calmierare i prezzi alle stelle dei voli, di fatto l’efficacia è pressoché nulla” spiega Dona a ‘Il Fatto Quotidiano‘. “Intanto perché si applica solo per i voli da e per la Sicilia e la Sardegna, restando fuori tutti i voli per il Sud o per la montagna e anche i voli per le destinazioni turistiche straniere“. Prevedere un calmiere solo se si arriva a triplicare il prezzo di un volo mi sembra quasi un ‘incentivo a delinquere’, un incentivo ad aumentare i prezzi tenendosi sotto questo limite. Gli annunci parlavano di tutt’altro e i toni trionfalistici dopo il cdm mi sembrano irrealistici”. 

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