Nessuna stangata ma anzi una raffica di sconti in appello per i ras del clan D’Amico, ‘costola’ dei Mazzarella. Nonostante le pesanti richieste avanzate dalla Procura nei confronti dei ‘Gennarella’ la Corte d’Appello di Napoli (VI sezione) ha rideterminato ben 14 condanne.
Tra gli ‘sconti’ più significativi quelli per i 10 anni e otto mesi per Salvatore Autiero a fronte dei 16 del primo grado, 8 anni per Pasquale Ariosto a fronte dei 13 del primo grado, 11 anni e quattro mesi per il reggente Salvatore D’Amico ‘o pirata a fronte dei 18 anni del primo grado, Giovanni Borrelli che passa da 8 anni a 6 anni e otto mesi, Gabriele D’Amico che passa da 13 anni e quattro mesi a 8 anni e dieci mesi.
Tra le altre condanne 3 anni per Umberto D’Amico, 10 anni e tre mesi per Giovanni Improta rispetto ai 16 del primo grado, 6 anni e sei mesi Pasquale Nocerino, 10 anni per Ciro Mazzarella rispetto ai 16 del primo grado, 8 anni e otto mesi per Giovanni Musella, mentre Alessandro Nocerino ha rimediato 13 anni e sei mesi rispetto ai 20 del primo grado.
Nel collegio difensivo gli avvocati Leopoldo Perone, Mauro Zollo, Sergio Lino Morra e Antonio Abet.
Il blitz era scattato all’inizio del 2023: le indagini consentirono di dimostrare la perdurante operatività del clan Mazzarella, diretto da Ciro Mazzarella e Salvatore D’Amico. Quest’ultimo in ordine all’articolazione del citato sodalizio operante in Napoli, nei quartieri di San Giovanni a Teduccio e Ponticelli, nonché nei comuni di San Giorgio a Cremano e Portici.
Documentata in quell’occasione anche la contrapposizione armata con il gruppo camorristico dei Silenzio (quest’ultimo rientrante nella sfera di influenza dell’Alleanza di Secondigliano), operante sempre nel quartiere partenopeo di San Giovanni a Teduccio, nel cui ambito si inquadra, tra gli altri episodi, il lancio di bottiglie molotov su autovetture e motocicli del 29 agosto 2018.