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giovedì, Maggio 2, 2024
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Bagno dopo mangiato o attesa di 3 ore, la verità sulla ‘congestione’

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Bagno dopo mangiato o attesa di 3 ore: la verità sulla ‘congestione’. I pericoli per salute possono presentarsi anche durante questi giorni di relax trascorsi al mare. Dopo il pranzo molte mamme italiane e napoletane obbligano i figli ad aspettare tre ore prima dell’agognato tuffo in mare.

La parola che assilla i pomeriggi in spiaggia è sempre la stessa: “congestione”. E’ un timore tipico dei genitori nostrani, infatti, questa prassi non è diffusa all’estero. Purtroppo ogni anno si verificano casi di decessi dopo tuffi in mare, nei fiumi e nei laghi. Quindi la paura scaturisce da queste episodi tragici che sembrano imputabili ai casi di congestione.

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DALLA CONGESTIONE ALL’IDROCUZIONE: LA DEFINIZIONE DELLA FONDAZIONE VERONESI

Partiamo da un chiarimento terminologico: la «congestione»…non è una «congestione». Da definizione, infatti, questo termine si riferisce a un «ristagno di liquidi a livello di un tessuto»: la cosiddetta «congestione digestiva» non ha quindi significato dal punto di vista medico (anche se giocoforza è entrata nell’uso colloquiale). Si tratta piuttosto di un rallentamento della digestione: il contatto della nostra pelle con l’acqua fredda (ma anche con il getto del condizionatore, o con l’aria frizzantina della mezzanotte di capodanno dopo l’immancabile cenone…) richiama il nostro sangue alle aree periferiche del corpo per mantenere la nostra temperatura, togliendolo quindi a stomaco e intestino.

Nulla di mortale. Certo, i crampi e la nausea per il pranzo rimasto sullo stomaco non sono il massimo della vita, ma per evitare che una sguazzata da te, mare, faccia questo effetto, basta limitarsi a consumare un pasto leggero, preferendo carboidrati e limitando proteine e grassi (più lunghi e complessi da digerire), e ovviamente facendo a meno dell’alcol. Una classica insalata di riso o di pasta o un panino andranno benissimo, la parmigiana magari mangiamola in un altro momento (o facciamola seguire a una pausa prima di bagnarci).

“Un fenomeno che invece può realmente avvenire è l’«idrocuzione»: in parole povere, il brusco sbalzo di temperatura che subiamo se ci tuffiamo tutti sudati nell’acqua gelida (con o senza stomaco pieno) può causarci una perdita improvvisa di coscienza, facendoci rischiare l’annegamento. Il pericolo qui non sta nell’aver pranzato da meno di 2 ore, ma nel vero e proprio «shock termico» che infliggiamo al nostro corpo se entriamo in acqua bruscamente.

È un meccanismo che dipende in parte da un riflesso nervoso che può comportare aritmie ventricolari, e in parte da una repentina vasocostrizione nelle aree periferiche del nostro corpo dovuta al freddo, che sposta grandi volumi di sangue verso la gabbia toracica e affatica il cuore (e questo in soggetti predisposti può favorire un arresto cardiaco).

È una condizione molto seria, che non dipende dall’aver mangiato (e quindi, facciamoci attenzione sempre!), ma che per fortuna è estremamente facile da prevenire: basta entrare in acqua gradualmente, soprattutto se siamo accaldati e l’acqua è fredda. Diamo quindi il tempo al nostro corpo di abituarsi al cambio di temperatura, consiglio peraltro importante anche per garantirci una buona digestione”.

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