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Da ‘San Paolo’ a ‘Maradona’, 63 anni fa l’inaugurazione dello stadio di Fuorigrotta: tutta la storia ed i record

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Cadeva il 6 dicembre 1959 l’inaugurazione dello stadio “Diego Armando Maradona”, fino ad un anno fa “Stadio San Paolo”. La casa del Napoli, il luogo preferito di qualsiasi tifoso napoletano che si rispetti, un tempio sacro, il luogo dove, in occasione di ogni partita, i tifosi perdono 90 minuti di vita. Un luogo magico, dove a prescindere da ogni cosa, prendono vita tutti i sogni del tifoso napoletano.

L’INAUGURAZIONE DELLO STADIO “DEL SOLE” NEL 1959

All’epoca “Stadio del Sole”, situato nel quartiere Fuorigrotta della città di Napoli, venne inaugurato il 6 dicembre 1959, dopo la demolizione del vecchio “Stadio Partenopeo” fatto costruire dal fondatore del Calcio Napoli Giorgio Ascarelli (impianto noto, all’inizio, appunto come “Stadio Ascarelli”), e il trasloco dallo Stadio Arturo Collana, situato al Vomero in piazza Quattro Giornate. 

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La progettazione dello stadio fu affidata all’architetto Carlo Cocchia, che insieme ad un team di ingegneri, realizzò il primo plastico dello stadio che era in realtà diverso dalla conformazione attuale. Era composto, infatti, da un solo anello, e la decisione di sviluppare l’impianto su due anelli fu presa solo successivamente. Con il benestare dell’allora presidente del Napoli, l’armatore Achille Lauro, lo stadio venne consegnato al Comune di Napoli il 2 dicembre 1959.

Quattro giorni dopo, il 6 dicembre appunto, l’inaugurazione col primo match ufficiale, disputata tra Napoli e Juventus e che vide gli azzurri trionfare per 2-1 sui bianconeri di Omar Sivori, John Charles e Giampiero Boniperti. I primi gol azzurri nel nuovo stadio furono siglati da Vitali e Vinicio, per la Juve invece segnò Cervato. Il tutto davanti a quasi 90.000 spettatori, coprendo quindi quella che era la capienza iniziale dell’impianto.

IL CAMBIO DI DENOMINAZIONE E GLI ANNI SUCCESSIVI

Nel 1963 avvenne il primo cambio di denominazione dell’impianto di Fuorigrotta, che da stadio “Del Sole” prese a chiamarsi “Stadio San Paolo”, in onore di San Paolo di Tarso.

Negli anni successivi lo stadio fu interessato da alcuni lavori di ristrutturazione, a partire dal 1980 quando fu messo a punto per poter ospitare gli Europei di calcio. In quell’occasione vi fu l’edificazione della tribuna Posillipo e l’installazione, nell’intersezione dei settori Distinti e Curva A, di un tabellone luminoso dotato di un orologio. Inoltre furono risolti i problemi di illuminazione dello stadio. I lavori costarono 1 miliardo di lire.

Altri lavori di ristrutturazione ci furono tra il 1988 e il 1990, in occasione dei Mondiali italiani del 1990. In quell’occasione fu costruito il famoso terzo anello, una struttura in ferro che aveva l’intento di proteggere gli spettatori in caso di pioggia. Inoltre furono installati i sediolini di colore rosso, inizialmente numerati.

Questi lavori portarono il numero di spettatori massimo a 72.810. Inoltre furono terminati i lavori per l’installazione di due ascensori di collegamento con la tribuna stampa, la realizzazione una struttura sopraelevata denominata Dirigibile e destinata a ospitare telecronisti e regie televisive, l’ammodernamento della pista di atletica e dell’impianto di illuminazione, oltre che l’installazione di due display fissati alla balaustra al posto del tabellone luminoso, poi ancora la ristrutturazione degli ingressi e la costruzione di un parcheggio sotterraneo. I lavori però non furono mai terminati in tempo e si attese il 1991 per la chiusura definitiva dei lavori.

I PROBLEMI LEGATI ALL’IMPIANTO

Non sono mancati però i problemi legati all’impianto. Dopo pochi anni dall’installazione, vi fu il guasto dei tabelloni, il problema della pista d’atletica (che lo stadio si porta dietro ancora oggi a causa di alcuni problemi legati alla lontananza dal terreno di gioco), problemi legati alla sicurezza (vibrazione degli spalti, specie alle ultime file, durante le esultanze per i gol), problemi legati al traffico nell’area circostante, la mancanza di parcheggi, problemi al manto erboso, problemi in caso di forti perturbazioni (che costrinsero la chiusura dello stadio nel 2001 per un certo periodo di tempo).

Problemi che, dopo anni di degrado, presero la via della risoluzione nel 2019, in occasione delle Universiadi. In questa occasione c’è stata la sostituzione dei vecchi sediolini, ormai usurati dal tempo e sostituiti da più moderni colorati, il rifacimento della pista di atletica, l’installazione di due maxischermi all’altezza della tribuna laterale e dei Distinti, oltreché l’ammodernamento degli spogliatoi, degli impianti audio e d’illuminazione. Inoltre è stata ampliata la distanza tra i singoli sediolini, e ciò ha ridotto ancora di più la capienza dello stadio, che dai 90.000 iniziali, scesi poi a 72.810 dopo i lavori di Italia ’90 e ridotti a 60.000 dopo la chiusura del terzo anello, ad oggi si attesta a 54.726 posti a sedere.

L’ATTUALE DENOMINAZIONE E ALCUNE STATISTICHE LEGATE ALLO STADIO

Allo scorso anno risale, infine, l’attuale denominazione, Stadio “Diego Armando Maradona”, in memoria del più grande calciatore di sempre che, dal 1984 al 1993, contribuì forse a scrivere le pagine più importanti della storia del Calcio Napoli, che in quegli anni vinse due Scudetti, una Coppa Italia (la terza della sua storia all’epoca), una Supercoppa Italiana e una Coppa UEFA.

Al Maradona il Napoli ha festeggiato i suoi primi e unici due scudetti della sua storia, il primo il 10 maggio 1987 col pareggio casalingo per 1-1 contro la Fiorentina, con gol di Carnevale per il Napoli e Baggio per i viola, e il secondo il 29 aprile 1990, con l’1-0 rifilato alla Lazio con gol di Marco Baroni, di testa.

Il record di abbonati risale alla stagione 1975/76, con 70.405 abbonati.

Il record di pubblico in campionato è di 89.992 spettatori circa, in un Napoli-Perugia del 20 ottobre 1979.

E’ di circa 3.200.000.000 di lire il record di incassi in campionato, in occasione del match tra Napoli e Inter del 15 gennaio 1989.

Il record di pubblico in competizioni europee è di 85.000 spettatori circa, in Napoli-Real Madrid del 30 settembre 1987, gara di ritorno degli ottavi di finale della Coppa dei Campioni 1987-1988.

Il record d’incasso in competizioni europee è di 4.484.302 euro, in occasione di Napoli-Real Madrid del 7 marzo 2017, gara di ritorno degli ottavi di finale della UEFA Champions League 2016-2017.

Il Napoli, inoltre, vanta in coabitazione con Bologna (1931-1932) e Juventus (1932-1933) il record dei punti (33 su 34) ottenuti nelle gare interne in un campionato a 18 squadre con 2 punti per vittoria (16 vittorie ed 1 pareggio in 17 partite), realizzato nel torneo 1989-1990.

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