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venerdì, Aprile 26, 2024
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L’affiliazione ai De Luca Bossa tatuata sulla pelle, la foto di D’Onofrio finisce nell’indagine

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Emergono nuovi dettagli sull’indagine che ha portato al fermo di 7 persone nel blitz contro la camorra di Ponticelli. Bloccato il boss Marco De Micco, accusato di essere il mandante dell’omicidio di Carmine D’Onofrio, giovane nipote del boss Antonio De Luca Bossa detto Tonino ‘o sicc (leggi qui l’articolo). Secondo la ricostruzione degli investigatori il fatto di sangue sarebbe stato eseguito poiché il 23enne veniva indicato come uno degli autori dell’ordigno esploso sotto casa del boss in via Piscettaro lo scorso 28 settembre 2021. Una notizia che De Micco e i suoi uomini avrebbero appreso da Giovanni Mignano, ras dei De Luca Bossa che fu sequestrato, minacciato e picchiato facendo poi un nome il Carmine.

Tutti i particolari sono contenuti nel decreto di fermo firmato dal sostituto procuratore Antonella Fratello ed eseguito a carico oltre che al capo dei ‘Bodo’ anche nei confronti di Salvatore AlfusoMaddalena CadaveroGiovanni PalumboCiro RicciGiuseppe Russo Junior e Ferdinando Viscovo. Tra gli elementi più importanti emersi nel provvedimento ci sono le intercettazioni degli indagati anche durante lo stesso sequestro di Mignano, interrogatorio cui avrebbe partecipato anche la madre di De Micco per cui, almeno inizialmente era stato disposto il fermo, poi revocato.

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UN’AFFILIAZIONE SULLA PELLE

Nell’ultimo decreto sono state esaminate anche le fotografie trovate nel telefono cellulare di D’Onofrio dalle quali emerge l’affiliazione del 23enne al clan De Luca Bossa. Dall’analisi della galleria telefonino emergono alcune foto della vittima che ostenta il proprio tatuaggio con le iniziali del cognome del padre naturale e del clan De Luca Bossa abbreviato D.L.B.

L’elemento risulta particolarmente rilevante confrontato con lo stralcio di una conversazione via WhatsApp tra D’Onofrio e la sua compagna avvenuta il 20 luglio 2021. Quel giorno d’estate il 23enne riferì di avere intenzione di farsi un tatuaggio con la scritta DLB e che sarebbe stato lo stesso kikko, inteso come Emmanuele De Luca Bossa, a regalarglielo.

La morte di Carmine D’Onofrio: la guerra contro i De Micco

Il giovane, che aveva scoperto solo qualche mese fa di essere figlio di Giuseppe De Luca Bossa, avrebbe iniziato a frequentare i familiari di sangue abbandonando le vecchie amicizie, lui che fino a quel momento non aveva avuto alcun legame con la criminalità organizzata. Una curiosità la sua, una voglia di approfondire le sue radici (tanto da andare ad abitare anche nel lotto O)  che lo avrebbe messo ben presto al centro del mirino dei rivali che gli avrebbero imputato la ‘paternità’ di quell’ordigno tanto da decretarne la morte.

 

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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