Elena Gioia dal carcere ha fatto sapere che sta male e che le manca la mamma. Dopo il delitto di Avellino la 18enne che avrebbe programmato la strage della sua famiglia aiutata dal fidanzato 23enne, Giovanni Limata, ha fatto i primi colloqui con i suoi legali. La giovane che rischia l’ergastolo starebbe attraversando un momento difficile. La giovane è accusata di aver organizzato una vera e propria strage familiare in concorso con il fidanzato. A rimanere vittima dell’efferato delitto è stato il padre, “colpevole” di non approvare la sua relazione con un giovane pregiudicato.
«Elena sta male, chiede della madre: è provata, non riesce neanche a parlare», hanno detto i legali della ragazza che parlano di una ragazza provata dall’isolamento in carcere. Elena avrebbe ricevuto anche dei sedativi in cella, tale è la sua condizione di stress in questi giorni. Il suo malessere è tale che gli avvocati stanno valutando l’ipotesi di rinunciare l’udienza del Riesame fissata per lunedì 3 maggio.
Delitto di Avellino: le parole dell’avvocato
Sempre in mattinata, anche il legale di Giovanni Limata, l’avvocato Mario Villani, è stato nel carcere di Bellizzi Irpino per ascoltare il giovane che sembra essere a sua volta molto provato che chiede di Elena e dei suoi genitori. Il leagale ha spiegato di dover analizzare la situazione per fare il punto: «Dobbiamo tenere conto dei contesti familiari e, al di là di quanto accaduto, dobbiamo cercare di dare a entrambi una opportunità di vita. Capisco il dolore della famiglia Gioia, ma anche la sua famiglia in questo momento sta vivendo un dramma».