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sabato, Aprile 27, 2024
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Edilizia, commercio, auto, grandi appalti: tutti i business del clan Moccia per riciclare i soldi sporchi

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Angelo Moccia, Luigi Moccia, Antonio Moccia e Angelo Iazzetta: sono loro, secondo gli inquirenti i capi, dirigenti e promotori del sodalizio criminale con sede ad Afragola ma con tentacoli che arrivano a Roma ed in altre zone d’Italia. “Sono vertici assoluti e indiscussi del clan. Anche da detenuti, veicolavano ordini e direttive, anche attraverso i colloqui con i familiari lìberi, per dare direttive sia all’ala criminale che imprenditoriale”, scrivono i magistrati nelle prime pagine dell’ordinanza che ha portato all’azzeramento del gruppo. In particolare sono state scoperte le teste di legno che si occupavano dei vari affari e business, dallo smaltimento degli olii esausti, all’edilizia fino ai grandi appalti come quelli della rete ferroviaria. Ed infatti, in una nota, Rete Ferroviaria Italiana fa sapere che a seguito l’inchiesta della Procura di Napoli su presunte infiltrazioni camorristiche in appalti ferroviari che ha coinvolto due suoi dipendenti, posti agli arresti domiciliari, già ci sono stati i primi provvedimenti.

“Nei confronti di uno ha già attivato idonee procedure, riservandosi ogni ulteriore iniziativa non appena disponibili le informazioni occorrenti. L’altro, invece, non risulta più in organico. RFI, che comunque nella vicenda si ritiene parte lesa, si attiverà per avere evidenza degli atti al fine di conoscere il nome delle ditte coinvolte nell’inchiesta e il loro ruolo negli appalti. A quel punto potrà adottare, anche nei loro confronti, le più appropriate iniziative che possono includere l’inibizione dal sistema di qualificazione e la sospensione dei contratti eventualmente ancora attivi”.

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Nell’ordinanza ci sono i nomi di vari imprenditori ritenuti “ìntranei al sodalizio, protetti e a disposizione dell’organizzazione, nonché fiduciari dei fratelli Moccia e di Iazzetta Filippo, dai quali ricevevano ordini e con i quali condividevano di fatto interessi economici, poiché destinatari dei loro investimenti, in particolare nel settore della fornitura di materiali edili, edilizia, commercio di oli minerali, raccolta oli esausti di origine alimentare, scarti di macellazione, compravendita di auto, pulizie, attività commerciali e d’impresa utilizzate sia come moltiplicatore di profitti sia come strumento di conservazione ed implementazione delle relazioni esterne utili al mantenimento del potere mafioso della famiglia”. 

Tra i nomi dei colletti bianchi ci sono Giuseppe De Luca, Giuseppe e Umberto Esposito, Giovanni, Angelo e Manlio Esposito, Domenico Caputo, Francesco di Sarno, Enrico Petrillo e Angelo Piscopo

 

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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