Gli ultimi mesi di amministrazione di Luigi Sarnataro saranno scanditi dalla guerra interna al Pd mugnanese. Tensioni tra militanti, riunioni riservate e colpi di scena potrebbero segnare la politica locale in vista delle prossime elezioni comunali.
Stamattina i consiglieri comunali del Pd Gennaro Assunto, Elisabetta Riccio e il presidente del Consiglio Pierluigi Schiattarella hanno inviato una lettera al sindaco nella quale hanno chiesto le dimissioni del loro capogruppo Daniele Palumbo.
LE RAGIONI DEI DISSIDENTI DEL PD NELLA SFIDUCIA A PALUMBO
I tre dissidenti sostengono di essere stati messi alla porta dal capogruppo democrat. Di fatto i rapporti tra quelle che ormai possono essere considerate due opposte componenti democrat si sarebbero già logorati durante l’emergenza covid. Proprio in quella fase i 3 dissidenti hanno chiesto pubblicamente spiegazione sulle modalità di distribuzione dei buoni pasto. “Quando si è cercato di esprimere un parere discordante o una insofferenza per le situazioni venutesi a creare, invece che adoperarsi da subito per la ripresa di un certo rapporto tra membri dell’Amministrazione, si è stati cortesemente invitati a prendere ufficialmente le distanze dal restante gruppo consiliare del Partito Democratico. Per tanto, ci vediamo costretti a firmare questo documento di sfiducia nei confronti del capogruppo e ne chiediamo le immediate dimissioni poiché non ci sentiamo né garantiti, né rappresentati”, hanno scritto i tre consiglieri.
LA LOTTA PER LE INVESTITURE
Il documento politico, consegnato oggi, si innesta nella lotta per l’investitura in salsa democratica. Infatti la designazione a candidato sindaco del Pd è ambita da Sarnataro, Schiattarella e dall’ex segretario Andrea Cipolletta. A tal proposito lo scorso undici giugno Palumbo avrebbe appoggiato Sarnataro durante un incontro con i vertici provinciali del Pd.
LA STORIA DEI DISSIDENTI DEL PD TRA PASSATO E FUTURO
Negli ultimi mesi sono stati protagonisti 4 consiglieri dissidenti: Schiattarella, Renato Verrazzo dell’Upm, Riccio e Assunto. La fronda democrat sta, infatti, contestando il sindaco sia in aula che all’interno del partito, ma soltanto Verrazzo è ufficialmente passato tra i banchi dell’opposizione, mentre i tre rappresentano al momento la cosiddetta ‘minoranza nella maggioranza’.
STRAPPO IN CONSIGLIO
Lo strappo si è evidenziato il 23 aprile, quando i dissidenti hanno votato contro la maggioranza in occasione della nomina del presidente del Collegio dei Revisori dei Conti. In quell’occasione Sarnataro ha, però, potuto contare sulla stampella. Ezio Micillo dell’Udc, Raffaele Mandara di Forza Italia, Biagio Migliaccio del Nuovo Centrodestra e Anna Iacolare del Gruppo Misto sono, infatti, andati in soccorso della maggioranza, assicurando i voti mancanti.
LA SFIDA TRA SARNATARO E SCHIATTARELLA
Dura ormai da mesi la guerra intestina nel Partito Democratico con Schiattarella che oramai non nasconde più le velleità di succedere a Sarnataro. Il progetto del presidente dell’Assise sarebbe appoggiato da Riccio e Assunto. Sarnataro, però rivendica la leadership avendo portato a termine il mandato di sindaco. Il documento protocollato oggi sarebbe, insomma, la prima mossa del gruppo dissidente, tesa ad ostacolare la corsa di Sarnataro alla guida della coalizione del centrosinistra.
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