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sabato, Aprile 27, 2024
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Geolier risponde alle accuse sul napoletano: “Scrivo le canzoni come parlo, non mi paragonate a nessuno”

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Il cantante Geolier risponde alle critiche giunte in questi giorni riguardo al testo della sua canzone “I p’me tu p’te” presentata a Sanremo, difendendo il suo modo di scrivere il dialetto napoletano. Linguisti e critici social hanno contestato la mancanza di aderenza alla grafia classica, accusandolo di compromettere la bellezza della lingua. Geolier, tuttavia, difende la sua scelta, sostenendo che il rap, essendo uno stile di strada, richiede un linguaggio autentico e radicato nella realtà quotidiana.

Le critiche

Mentre alcuni critici hanno proposto una “traduzione” in “stile antico” dei suoi versi, Geolier respinge l’idea, sottolineando che il suo obiettivo è far sentire forte il richiamo del dialetto alla sua generazione e far cantare tutta l’Italia in napoletano. Ha inoltre sottolineato che il suo stile è una rappresentazione autentica del napoletano parlato nelle strade di Secondigliano. Sottolinea che l’hip hop è caratterizzato da uno slang e da un gergo di strada, e che rispettare le radici di questo linguaggio è fondamentale per la sua espressione artistica.

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Geolier: “Pensavo di essere un vanto per Napoli”

Nonostante le critiche, il rapper esprime il suo dispiacere, poiché sperava di essere un vanto per Napoli, contribuendo alla diffusione della lingua e della cultura napoletana. Nell’intervista a Federico Vacalebre al Mattino dice:

Sai perché sono dispiaciuto? Perché credevo di aver fatto una bella cosa per Napoli, speravo di essere un piccolo vanto per la città: artista più venduto nel 2023, in gara a Sanremo avendo rifiutato di accettare l’italiano o i sottotitoli mentre canto, primo artista a riempire per tre volte lo stadio di casa“, ha dichiarato il rapper napoletano.

Geolier risponde alle accuse sul napoletano: “Scrivo le canzoni come parlo, non mi paragonate a nessuno”

Il cantante riconosce la conservazione dei napoletani riguardo alla lingua e alla tradizione, ma sottolinea che nel mondo del rap tutto sia possibile, persino portare il napoletano di Secondigliano a Sanremo. Infine, Geolier si distanzia umilmente dai grandi nomi della tradizione napoletana, dichiarando di essere solo un “guagliuncello” nel confronto con  artisti come Di Giacomo, Modugno e il Lazzaro Felice.

Le parole del rapper

«È il mio dialetto, è il mio rap e… sembra mi capiscano, non solo a Secondigliano, non solo a Napoli, non solo in Campania. Nel mio flow, magari un po’ rionale, le vocali sono poche, le parole vengono triturate per correre veloci, per seguire il ritmo, il flusso. L’hip hop è slang, gergo, linguaggio di strada, anche nello scrivere ne devi rispettare le radici». «Non è un’altra lingua, ma, di sicuro, è un’altra canzone. Chi legge un testo deve ritrovare quello che ascolta, deve poterlo cantare, rappare.

Quando scrivo tutti i miei testi non posso che mettere nero su bianco il napoletano così come lo parlo. Noi l’abbiamo imparato come tutti per strada, in famiglia e parlando tra amici. Ogni lingua si trasforma ed è bello che la mia generazione senta forte il richiamo del dialetto e che si esprima in napoletano tutti i giorni. Il mio obiettivo adesso è salire sul palco dell’Ariston e riuscire a far cantare tutta l’Italia in napoletano».

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