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martedì, Maggio 21, 2024
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“Gnocchi e cartoni animati”, la sorellina di Giuseppe non sa ancora del fratellino ucciso

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Ha chiesto di avere un piatto di gnocchi, il suo cibo preferito, e di vedere i cartoni animati la piccola Noemi, sorellina di Giuseppe, scampata per miracolo alle violenze del patrigno Tony. La piccola, che giocava insieme al fratellino sul letto prima della furia omicida del compagno della mamma, non sa ancora che Giuseppe non c’è più, che è stato ammazzato a calci e pugni. E’ ricoverata al Santobono di Napoli, dove è assistita da un team di psicologi e servizi sociali. E’ stata sottoposta ad alcuni esami medici per escludere lacerazioni e fratture interne. La sorellina al risveglio: perché ci ha fatto questo? – Al Santobono la sorellina ferita «Perché mi ha picchiata?».

Il bollettino medico parla di contusioni e tumefazioni multiple.

«Ha segni sulla testa, sulla braccia, sulla parte superiore del corpo — racconta il primario del Pronto soccorso dell’ospedale pediatrico, Vincenzo Tipo a Sky— compatibili con le ipotesi investigative. Insomma la piccola è stata percossa e inizialmente temevamo, avendo visto la testa coperta di sangue, problemi molto gravi. Poi gli esami lo hanno escluso. Ma io m tanti anni di lavoro qui al Santobono non mi sono mai trovato di fronte ad una barbarie del genere, ho visto tanti bambini maltrattati. Ma una cosa così feroce mai prima. Proprio per questo credo che i segni psicologici sulla piccola resteranno a lungo. Guariranno le ferite del corpo, ma quelle interne faranno molta più fatica a rimarginarsi».  “Ha trascorso una notte tranquilla, la guarigione avverrà in tempi brevi trattandosi solo di lesioni esterne. E’ il trauma psichico ad essere più grave di quello fisico. Anche se siamo speranzosi. Oggi ha chiesto un piatto di gnocchi e di vedere i suoi cartoni animati”.

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Ieri al Santobono è stato il sindaco di Cardito, Giuseppe Cirillo, insieme con Carmela Sannino, la responsabile dei servizi sociali del Comune. «Non avevamo avuto alcuna segnalazione — conferma —. I piccoli frequentavano la scuola a Crispano e non avevano neanche la residenza nel nostro Comune”.

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