Vladimir Putin aveva chiesto e ottenuto un elenco di Paesi che hanno preso posizione contro la Russia nel corse della guerra con l’Ucraina. Il governo di Mosca, dunque, ha approvato la black list degli Stati ostili, tra cui figura anche l’Italia. La lista comprende i territori stranieri responsabili di ‘azioni ostili contro la Russia’, ed è in un decreto del Consiglio dei Ministri.
La blacklist include tutti i Paesi membri dell’Ue, l’Australia, la Gran Bretagna, l’Islanda, il Canada, il Liechtenstein, Monaco, la Nuova Zelanda, la Norvegia, la Corea del Sud, San Marino, Singapore, gli Usa, Taiwan, l’Ucraina, il Montenegro, la Svizzera e il Giappone.
Il decreto in questione fa parte della «procedura provvisoria per l’adempimento di obblighi verso creditori esteri». Secondo il documento, «lo Stato, i cittadini e le società russi, che hanno obbligazioni in valuta estera nei confronti di creditori stranieri che rientrano nell’elenco dei Paesi ostili potranno pagarli in rubli».
Ucraina, Corte Penale Internazionale indaga su crimini di guerra russi: cosa rischia Vladimir Putin
Il pubblico ministero della Corte penale internazionale ha aperto un’indagine sulla situazione in Ucraina per indagare su presunti crimini di guerra commessi dalla Russia. Karim Khan, uno dei giudici istruttori della Corte, ha fatto sapere di aver ricevuto il via libera da 39 Stati, tra cui l’Italia.Ecco cos’è la Corte penale internazionale e cosa rischia Vladimir Putin. “C’è una base ragionevole per ritenere non ci sono crimini di guerra, sia crimini contro l’umanità”, ha spiegato Khan. E ha aggiunto: “Ho informato la presidenza della Corte penale internazionale della mia decisione di aprire immediatamente un’indagine sulla situazione” in Ucraina. “Il nostro lavoro di raccolta delle prove è iniziato”.
La Corte penale internazionale, fondata nel 2002, è un tribunale per crimini internazionali con sede all’Aia (Olanda). Non è un organo dell’Onu (e non va confusa con la Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite, sempre con sede all’Aia). Ma ha legami con il suo Consiglio di Sicurezza. Ha competenza sui crimini più seri che riguardano la comunità internazionale: genocidi, crimini contro l’umanità, crimini di guerra e d’aggressione. I Paesi aderenti sono 123, altri 32 (tra cui la Russia) hanno firmato il trattato di costituzione ma non l’hanno ratificato. Putin, se giudicato colpevole di crimini di guerra, potrebbe essere condannato dalla Corte all’ergastolo. Però secondo Marina Castellaneta, docente di diritto internazionale all’Università di Bari, anche se la Corte riuscisse a raccogliere prove sufficienti a carico di Putin sarebbe “difficilissimo” arrivare a un processo che lo veda come imputato.