Achille Polonara, ex giocatore della Virtus Bologna e della Nazionale italiana, ha vissuto nelle ultime settimane momenti di profonda difficoltà dopo il trapianto di midollo osseo al quale si è sottoposto presso l’ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna alla fine di settembre per una grave forma di leucemia.
La complicanza, rivelata dalla moglie Erika Bufano in un servizio de «Le Iene» su Italia Uno, è iniziata con una telefonata: «È successo un casino, Achille è andato in coma». All’amico di famiglia Niccolò De Devitiis de «Le Iene», la moglie ha spiegato: «Gli è partito un trombo e il cervello è andato in carenza di ossigeno, le possibilità di vita sono molto basse». Si sono vissuti giorni drammatici, a circa un mese dall’intervento, nel periodo in cui Polonara era pronto per essere dimesso.
Il dramma di Achille Polonara: “Sono stato 10 giorni in coma, mi hanno detto che sarei morto”
Il quadro clinico si è aggravato con un embolo che ha rischiato di compromettere irrimediabilmente la vita del giocatore. Polonara ha affrontato questa nuova battaglia con forza: «Mi avevano detto che al 90% sarei morto — ha raccontato nel servizio trasmesso — non mi ricordo molto, è come se avessi dormito. Tornare a respirare un po’ d’aria è stata una bella sensazione». Gradualmente ha iniziato a riprendersi e, dallo scorso weekend, ha ottenuto alcuni permessi per uscire dall’ospedale, come è accaduto per la prima volta sabato scorso, quando ha potuto festeggiare il quinto compleanno della figlia Vitoria.
Il percorso di cura di Polonara è stato difficile e lungo. Dopo la prima diagnosi di leucemia mieloide acuta, arrivata proprio durante l’ultima finale scudetto della Virtus contro Brescia, l’atleta si è sottoposto a cicli di chemioterapia e terapia sperimentale in Spagna prima del trapianto, riuscito grazie a una donatrice americana compatibile al 90%. Il ritorno a Bologna è avvenuto a settembre dopo mesi di lotta, con la moglie Erika al suo fianco e la vicinanza degli amici e compagni di squadra, tra cui Stefano Sardara, proprietario della Dinamo Sassari, sua nuova squadra.
Dalla paura al risveglio
Dopo il coma durato dieci giorni, Polonara ha iniziato a vivere di nuovo piccoli momenti di gioia familiare. «I bimbi non sapevano nulla — ha detto — gli avevamo detto che si era rotto il telefono. Ora ci vorrà un po’ di tempo e dovrò fare fisioterapia, ma ero molto stanco di stare in ospedale».
Nel servizio de «Le Iene», Polonara ha voluto anche lanciare un messaggio importante agli spettatori e tifosi: «C’è bisogno di tanti donatori, e dando ognuno il proprio contributo si possono salvare tante vite, il vostro gesto può aiutare tante persone a vivere e guarire».


