Il gioco d’azzardo negli ultimi anni in Italia ha coinvolto un numero sempre più elevato di giocatori. Di conseguenza con il passare del tempo si sono intensificati gli studi per tentare di capire il fenomeno e di analizzare i dati che riguardano le spese e nel contempo anche le vincite. Tra le pubblicazioni con i dati statistici ha avuto un certo riscontro a livello mediatico lo studio condotto dal Gruppo Gedi, che coadiuvato dalla Visual Lab, società che si occupa di datajournalism, ha analizzato i dati relativi alle slot machine, per quanto riguarda gli anni trascorsi. Ne è venuto fuori un quadro interessante, che traccia coordinate visibili per chiunque sia interessato a tale fenomeno, da qualsiasi punto di vista lo si voglia analizzare. La pubblicazione risale alla fine del 2017 e contiene nel suo database tutti i dati relativi al 2016 e al 2015. Tali dati possono essere letti in relazione alla spesa totale di questo biennio, dove emerge come le slot machine rappresentino per un numero piuttosto elevato di utenti un’abitudine piuttosto radicata in ogni comune del territorio nazionale. Andando ad analizzare questo dato più nel dettagli e soffermandoci su Napoli e provincia, possiamo vedere come le giocate pro-capite annualmente corrispondano a 545 euro per il 2016.
Di queste la spesa effettuata tra i due diversi tipi di slot, AWP e VLT è praticamente equivalente, con 276 euro per gli AWP e 270 euro per i VLT, ossia le videolottery di ultima generazione. Le giocate complessive sono state invece pari a 529 milioni di euro, per un totale di oltre 5.500 apparecchi presenti in città. Le giocate complessive effettuate nel corso del 2016 denotano come ci sia stato un calo pari al 6,3% rispetto all’anno precedente. La posizione del comune di Napoli rispetto alla media nazionale è abbastanza buona, e sorprende come tra le maggiori città d’Italia, Napoli risulti essere una di quelle dove tra il 2015 e il 2016 si è giocato di meno, almeno per quanto riguarda i dati delle slot machine. Bisogna in effetti stabilire un assunto: l’iniziativa editoriale dei dati raccolti dal Gruppo Gedi si focalizza e si concentra sul discorso relativo alle slot machine. Esclude pertanto tutti i giochi che fanno riferimento alle lotterie e alle scommesse sportive. Nel corso del 2017 il volume d’affari a livello nazionale è cresciuto del 12% arrivando a toccare quota 96 miliardi di euro.
Questo per quanto riguarda la cifra totale che include esclusivamente la spesa annuale, dove bisogna poi scorporare le vincite dalle perdite. Cresce il numero di utenti che gioca d’azzardo online su piattaforme come Casinoguru.it dove è possibile accedere tramite smartphone, tablet e PC. I giochi maggiormente praticati, subito dopo le lotterie nazionali, sono quelli dei casinò terrestri e virtuali online. Bisogna quindi annotare come dal 2014 al 2017, la spesa a livello nazionale sia passata da 84 miliardi a 96, nel giro di poco più di 3 anni. Più di 12 miliardi totali per una spesa che dovrebbe raggiungere il picco massimo entro il 2022, dicono gli esperti. La pubblicazione di questi dati è importante per farci vedere come l’industria del gioco abbia puntato anno dopo anno sul mercato italiano e più in generale su quello europeo, in seguito alla liberalizzazione del gioco avvenuta tra il 2011 e il 2012. Da quel momento in poi c’è stata una corsa per accaparrarsi un mercato che si sapeva molto ricettivo nel campo della videoludica. Il motivo per cui il gioco online è particolarmente ricercato è dovuto al fatto che il payoff è più alto e le vincite più frequenti rispetto alle sale da gioco da casinò terrestre. Cambiano in buona sostanza le modalità di gioco e quindi anche di vincita, oltre ai bonus a cui è possibile attingere che sono molto più frequenti per i nuovi clienti e giocatori.
