Profondo conoscitore della mala di Scampia e Secondigliano, essendo le sue origini proprio da quelle parti, Vincenzo Iuorio, ex affiliato del clan Sautto-Ciccarelli di Caivano, è uno dei pentiti più recenti a raccontare i retroscena della mala a Nord di Napoli, soprattutto nel business della droga. In un verbale del 2020, Iuorio racconta i rapporti tra i clan di Di Lauro e i Caivanesi: “Noi Sautto avuto un incontro con Vincenzo Di Lauro nel 2019, perché tramite un loro affiliato ci propose un affare di hashish”, racconta il collaboratore che chiama in causa anche la famiglia Rispoli. “A quell’incontro c’erano anche Vincenzo e Raffaele Ripolsi, fratelli di Tina. Lei ha sempre vissuto con i soldi della droga del marito ed i beni immobili con cui i proventi illeciti investiti negli stessi beni; fu proprio il mio amico a raccontarmi che Tina prendeva le mesate dal clan”.
Ritornando a parlare dell’affare, Iuorio affermò: “Vincenzo Di Lauro ci propone di acquistare 500 chili di hashish, che si trovavano fuori Italia, su un camion e per farlo entrare in Italia ci volevano 200milla euro; ci propose di dargli subito 200mila euro e prenderci il carico per intero, che poi avremmo potuto pagare con comodo. Credo che il valore complessivo dell’hashish si aggirasse sui 400mila euro. Di Lauro ci disse che era roba sua; noi gli dicemmo che non c’erano problemi e mio nipote mandò 200mila euro in Mezz all’Arco; l’hashish non arrivava mai e così ci portammo in Mezzo all’Arco a lamentarci e Vincenzo Di Lauro disse di avere avuto un problema, e siamo rientrati nel credito con consegne di hashish a 50 kg a volta, c.d. borse o valigette da 25 kg, che Antonio andava a prendersi a Secondigliano e portava all’appoggio.Di Lauro diede in tutto 150 kg di hashish e rimasero altri 50mila euro di credito nei suoi confronti”.
