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domenica, Giugno 23, 2024
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Il tesoro dei Pellini: barche, elicotteri, terreni e immobili. “Agito in concorrenza con clan”

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Sulla base degli accertamenti svolti dai finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria di Napoli, su richiesta della Dda. di Napoli, il Tribunale di Napoli ha nuovamente disposto nei confronti dei fratelli Pellini di Acerra (Napoli) e dei componenti i rispettivi nuclei familiari il sequestro di 8 società, 72 autoveicoli, 75 rapporti finanziari, 224 immobili, 75 terreni, 3 imbarcazioni e 2 elicotteri, per un valore complessivo stimato di 201.476.743 euro.
Nel 2017 il vasto patrimonio degli imprenditori Pellini era già stato sottoposto a un sequestro di prevenzione sulla scorta degli esiti processuali che avevano portato alla loro condanna definitiva per il reato di disastro doloso continuato.Le indagini del Gico di Napoli avevano permesso di accertare la sproporzione fra i beni individuati e le disponibilità ufficiali degli imprenditori e anche di dimostrare che gran parte dei detti beni erano il frutto di attività illecite e del reimpiego di quei proventi.

I beni sequestrati vennero confiscati in primo grado nel 2019, seguì la conferma con decreto della Corte di Appello di Napoli depositato il 19 giugno 2023.Con sentenza depositata il 29 aprile 2024, la Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha poi annullato il citato decreto della Corte di Appello di Napoli disponendo la restituzione dei beni ai Pellini.
In base alla sentenza la Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Napoli ha demandato i relativi adempimenti all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, con facoltà per quest’ultima di avvalersi della Guardia di Finanza di Napoli.

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Ma contestualmente, ravvisando la possibilità di emettere un nuovo provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca, in ragione del fatto che il primo titolo ablativo era perento in sede di legittimità per ragioni esclusivamente formali, la Dda di Napoli ha delegato il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria alla sede ad effettuare una compiuta e analitica ricognizione dei beni degli interessati. Attività che si è concretizzata oggi con il nuovo sequestro.

Sottolinea “Ia concreta e grave capacità criminale” dei tre fratelli imprenditori di Acerra (Napoli) Giovanni, Cuono e Salvatore Pellini, il il Tribunale di Napoli (presidente Teresa Areniello) nel decreto con il quale ha disposto nuovamente a loro carico un sequestro di beni da oltre 200 milioni di euro.

I fratelli Pellini, sottolineano i giudici, “hanno avviato le loro attività e hanno prosperato in un settore imprenditoriale tradizionalmente riservato alla criminalità organizzata, prescindendo da essa” anzi “agendo in concorrenza con essa”, “operando in maniera assai spregiudicata, certamente avvantaggiati anche dal ruolo istituzionale ricoperto da uno di essi che, sebbene esponente delle forze dell’ordine (Salvatore Pellini era un carabiniere), risulta essere uno degli organizzatori dell’associazione tesa al traffico di rifiuti che che si avvaleva per i suoi scopi dell’attività imprenditoriale formalmente attribuita ai (suoi) fratelli Pellini, Giovanni e Cuono”.
In sostanza, secondo il Tribunale, ma anche secondo la Procura e la Guardia di Finanza di Napoli, “si sono resi autori di gravissime condotte, le cui dannose conseguenze si sono riverberate e si riverberano tutt’oggi sulla salute pubblica e, in particolare, sulla comunità di Acerra”.

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