Imprenditore picchiato dal clan per somme non dovute. Colpo di scena in Cassazione con gli ermellini che, riuniti in II sezione, hanno annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere notificata qualche mese fa per Luciano Barattolo (nipote dei boss dei Mazzarella), Cristian Nunziata e Salvatore Di Caprio.
Gli atti sono stati ritrasmessi al Riesame con piena soddisfazione del collegio difensivo che si è visto accogliere i ricorsi. Barattolo è difeso dagli avvocati Leopoldo Perone e Michele Caiafa, Nunziata è difeso dal solo avvocato Perone mentre Di Caprio dagli avvocati Giuseppe Milazzo e Immacolata Romano. L’ordinanza, eseguita a gennaio scorso, faceva riferimento ad un’indagine avviata nell’aprile 2023 a seguito della denuncia di un imprenditore edile di reiterate aggressioni a finalità estorsive da parte dei destinatari.
Barattolo in particolare avrebbe diffidato un imprenditore a non spendere più il nome del suo clan per le sue questioni private: “Vieni qua vieni.. mongolo vien chi ti dà la confidenza a te cosa, a fare il nome dei Mazzarella vicino alla gente sopra le case e robe varie“.
Secondo la Procura Lucianiello avrebbe così apertamente manifestandogli di agire in nome e per conto del cartello criminale. La vicenda traeva origine da una serie di lavori non ultimati con l’imprenditore edile che avrebbe ricevuto dal clan 30mila euro. Convocato dal clan l’uomo sarebbe stato affrontato proprio da Barattolo: “Hai già truffato una ragazza qui dentro, non le hai restituito i 3.500 euro… ti sto dicendo di portarmi i 30mila euro qui… Fate truffe alla gente, noi ci sporchiamo la faccia e voi state così… e la casa di Roberta non rimarrà bella… rispondi, rispondi… guardami… vai da Maurizio e digli di portarmi i soldi nel Connolo, altrimenti schiatterai tu e anche lui, via e dritti… hai capito?… mi devi portare i soldi altrimenti ti uccido…”.
