Spinse e uccise la compagna nel 2019. Un 43enne di Ischia, Raffaele Napolitano, è stato portato in carcere dai carabinieri dopo la pronuncia della Corte di Cassazione. L’uomo, già sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, è stato condannato a 12 anni per maltrattamenti aggravati in famiglia. La sera del 12 gennaio 2019, Napolitano, durante una lite, spinse a terra la compagna di origini polacche Renata Czesniak, allora 47enne. La caduta fu poi la causa della morta. La tragedia si consumo nel Comune di Serrara Fontana a Ischia.
Quel giorno la coppia aveva più volte discusso a testimonianza di una convivenza difficile, interrota a causa di comportamenti aggressivi che portarono “all’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari”, si legge nel capo d’imputazione riportato da Il Corriere della Sera. Una convivenza poi ripresa dal novembre 2018, che “serbava un comportamento aggressivo, offensivo, minaccioso, oltre che violento”. Gli inquirenti scrivono che Napolitano “maltrattava la compagna, costringendola a vivere in un clima totalmente servile e a sopportare vessazioni fisiche e morali tali da renderle la vita impossibile; con l’aggravante che dal fatto è derivata la morte della vittima”. Ora l’uomo, in seguito alla pronuncia della Corte di Cassazione, è stato condotto nel carcere di Poggioreale.