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La proposta del virologo napoletano Giulio Tarro: “Estendere i tamponi per fermare il contagio”

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Estendere il test dei tamponi ad una platea più vasta, anche a chi non ha accusato sintomi riconducibili al Coronavirus? «È un’idea che ha un senso. Se aumentano il numero dei tamponi, aumenta anche la possibilità di scoprire i positivi al Covid-19 e, di conseguenza, aumenta la possibilità di evitare le morti». Il professor Giulio Tarro, virologo di fama internazionale, primario emerito dell’Azienda Ospedaliera “Cotugno” di Napoli, non disdegna la proposta arrivata da più parti – a cominciare dal governatore del Veneto Luca Zaia che amministra una regione tra le più colpite dal Coronavirus – di effettuare i test anche agli asintomatici, a coloro i quali (almeno apparentemente) immuni dal contagio.

La posizione del virologo

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«Sono d’accordo – afferma il virologo – e qualcuno è già andato in parte verso tale questa direzione sia in altri Paesi che nel Sud Italia dove si stanno effettuando tamponi a raffica». Chi non ha sintomi, spiega il professor Tarro, «sviluppare gli anticorpi diminuisce ma oggigiorno ci sono le tecnologie necessarie per superare queste difficoltà. Che il Coronavirus colpisca anche chi è asintomatico non deve essere vista come un’aggravante, l’importante è che anche il soggetto asintomatico positivo al Coronavirus stia lontano ad esempio dalle persone anziane», quelle cioè più esposti al contagio».

L’efficacia delle azioni di contrasto

Sulle azioni di contrasto messe in atto dalle regioni del Sud, a partire dalla Campania, dove almeno per il momento non si sono sviluppati focolai, il virologo Tarro la vede così: «Direi che si stanno comportando abbastanza bene. Ricordiamoci come il Sud abbia dovuto combattere in passato con la diffusione del colera, della salmonella quindi si può riuscire a contrastare anche il Covid-19». I 600 e passa casi accertati ad oggi (in attesa dei dati delle prossime ore), rappresentano comunque «numeri positivi e lo sarebbero anche se il numero aumentasse 10 volte tanto. Una questione centrale, per me, è quella di superare la paura nelle persone, che giustamente c’è». E sulle restrizioni nei movimenti nella popolazione? «Le precauzioni sono necessarie però, di fondo, per me tutti gli estremi non sono da approvare. Alcuni soggetti hanno bisogno anche più di altri di soddisfare la propria fame d’aria. Il benessere dei cittadini va sempre tenuto in considerazione».

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