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sabato, Aprile 27, 2024
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L’ultima ipotesi sul Covid, uno studio scientifico rivela: “Virus creato in laboratorio”

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Finita l’emergenza sanitaria legata al Covid-19 sancita dall’OMS, la gente si chiede ancora se il ceppo che ha causato la pandemia si sia sviluppato naturalmente o artificialmente. È questo il tema dello studio portato avanti dall‘University of South Wales in Australia. Secondo i loro parametri, è più probabile che il Covid sia partito dalla mano dell’uomo.

Il Covid-19: origine naturale o artificiale?

Per quanto sia ormai fine a sé stesso guardare al passato e pensare al problema piuttosto che alla soluzione, sono ancora oggi in tantissimi a desiderare di capire se tutti i morti della pandemia di Covid-19 e le sue devastanti conseguenze economiche e sullo stile di vita, siano state “colpa” di qualcuno. Tra chi ha dato spiegazioni ultraterrene e chi si attiene alla versione “standard” dell’origine animale, si interpongono proprio coloro che ritengono che il Covid sia stato un errore di laboratorio. Lo studio dell’università australiana ha però dato fondamento a queste credenze. Per quanto non si possa accertare scientificamente e con esattezza l’origine, i ricercatori hanno provato ad avvicinarsi il più possibile alla verità.

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Il metodo mGft

Il metodo utilizzato è stato definito “uno strumento consolidato di analisi del rischio”. Il Grunow-Finke modificato (mGft), questo il nome dello strumento, è stato precedentemente usato anche per un altro caso di Sars. In quel caso era l’epidemia di Mers-CoV in Arabia Saudita, ritenendo anche lì l’epidemia molto probabilmente di origine artificiale.

Gli scienziati hanno utilizzato quello che definiscono “uno strumento consolidato di analisi del rischio” per differenziare le epidemie naturali da quelle innaturali. Questo strumento di valutazione si chiama Grunow-Finke modificato (mGft) e gli autori lo hanno usato per studiare l’origine di Covid. L’esito del test, dicono gli autori, “non può dimostrare l’origine specifica del Covid-19. Ma mostra che la possibilità di un’origine di laboratorio non può essere facilmente scartata“.

I criteri dello studio

Come fonte principale di origine innaturale è stata considerata quella di incidenti o fughe da laboratorio. Questi sono gli 11 criteri di valutazione: rischio biologico, ceppo insolito, distribuzione geografica, concentrazione ambientale, intensità epidemica, modalità di trasmissione, tempo, diffusione insolitamente rapida, limitazione della popolazione, approfondimenti clinici e speciali. A ogni criterio, secondo il mGft, vengono assegnati da 0 a 3 punti (il massimo quando il criterio è chiaro o c’è prova). Se il punteggio è inferiore a 30, l’epidemia sarà probabilmente di origine naturale, in caso contrario innaturale.

L’esito: il Covid-19 al 68% innaturale

In particolare per il primo punto, rischio biologico, è stata considerata la vicinanza (solo 8 miglia) tra il mercato del pesce di Hunan, al quale erano collegati la maggior parte dei casi allo scoppio dell’epidemia in Cina, e il laboratorio di virologia di Wuhan. A ciò, unendo anche che i casi di fughe da laboratorio sono comuni ed è possibile che un ricercatore infetto abbia diffuso il virus, sono stati dati 3 punti. L’esito finale dell’mGft mostra un totale di 41 punti su 60, quindi il 68% sul totale. I criteri sono stati valutati indipendentemente da due ricercatori e rivisti da due esperti. 41 punti quindi, ben superiori alla soglia dei 30 dell’origine innaturale.

 

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