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mercoledì, Maggio 1, 2024
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Paralizzata ed in coma, 23enne porta a termine la gravidanza: il bimbo sta bene

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L’incredibile storia di una giovane mamma che, nonostante lo stato di coma in cui si trovava, ha messo alla luce, dopo un parto cesareo, un neonato sano, ha destato per il suo lieto finale scalpore e commozione.

Un inaspettato lieto fine 

Spesso nella vita si palesano una serie di circostanze dilemmatiche che determinano complicazioni e paradossi. Questa particolare ed intricata condizione potrebbe essere individuata ed elevata come esempio se si prendesse in considerazione l’incredibile storia della mamma tarantina di 23 anni.  Questa donna nonostante fosse in coma ha portato a termine la propria gravidanza riuscendo a partorire, grazie a un parto cesareo, un bambino sano. 

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Paralizzata e in coma partorisce un bambino sano 

Le critiche condizioni di salute della mamma, che avevano rallentato speranze e prospetti positivi, sono da ricondurre ad un tragica lesione encefalica. I familiari l’avevano trovata alla 35esima settimana di gravidanza svenuta sul pavimento della sua abitazione a causa della rottura di una malformazione artero-venosa cerebrale. Queste sintomatologie avevano indotto la 23enne ad una paralisi che risultava ancor più critica poiché correlata ad uno stato di incoscienza (coma). I soccorsi l’avevano condotta al Policlinico di Bari dove, dopo essere stata intubata e stabilizzata a Taranto, ha ricevuto l’assistenza sanitaria adeguata riuscendo senza ulteriori complicazioni a portare a termine la gestazione. Lì la dottoressa Marisa Megna ha sottoposto la 23enne ad una riabilitazione e unità spinale unipolare che ha indubbiamente salvato le sorti del feto.

Le dichiarazioni della dottoressa Marisa Megna

“Grazie alle terapie che i vari operatori sanitari hanno condotto è riuscita a portare a termine felicemente la gravidanza. La collaborazione del team di ginecologia di neonatologia e della terapia intensiva neonatale hanno consentito il successo di questa iperbolica sfida senza danni e imprevisti. Ad oggi il nascituro presenta delle condizioni sanitarie stabili mentre la mamma sta gradualmente riacquistando le funzionalità motorie e quelle cognitive compromesse dal coma”. Quando la donna si è ripresa lo staff della professoressa Megna ha optato alla stimolazione transcranica mediante l’utilizzo della corrente diretta, una procedura che impiegava l’adozione non invasiva della corrente elettrica a bassa intensità. Grazie a queste procedure il risultato auspicato ha favorito la neuromodulazione delle zone dell’encefalo impiegate nel linguaggio e nel movimento. “Ho provato realmente una grande emozione quando ho visto la mamma muovere il braccio e la mano destra. Questi indicatori ci consegnano evidenti possibilità di recupero”.

 

 

 

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