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sabato, Aprile 27, 2024
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Manicure, piercing e tatuaggi in centri non a norma: crescono i casi di epatite

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Il recente rapporto del Sistema di Sorveglianza sulle epatiti (Seieva) dell’Istituto Superiore di Sanità ha rivelato un trend allarmante nell’incidenza delle epatiti A, B, C ed E in Italia nel corso del 2023. Questi dati evidenziano una situazione di preoccupazione crescente,  sebbene si sia registrata una lieve diminuzione dei casi di quella C.

Il numero complessivo di nuovi casi di epatite A, B, C ed E nel paese nel corso del 2023 è stato di 523, evidenziando la diffusione significativa di queste patologie.

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Dati preoccupanti 

Dai dati raccolti dallo studio, l’epatite A ha registrato 267 casi, con la maggior parte delle infezioni correlate al consumo di molluschi crudi, viaggi in zone endemiche e rapporti sessuali a rischio.

L’epatite B, con 153 casi segnalati, ha mostrato un’associazione significativa con trattamenti di bellezza come manicure, piercing e tatuaggi, oltre a cure odontoiatriche e comportamenti sessuali a rischio. Questo evidenzia la necessità di una maggiore attenzione e igiene nei centri che offrono tali servizi.

Il preoccupante aumento dei casi di epatite legati ai trattamenti estetici sottolinea l’importanza di pratiche igieniche rigorose e di monitoraggio costante da parte delle autorità sanitarie. È fondamentale adottare misure preventive efficaci per ridurre il rischio di trasmissione di queste gravi malattie virali.

L’epatite C, invece, ha mostrato una tendenza al ribasso, con solo 51 casi riportati nel 2023. Tuttavia, è preoccupante notare che i trattamenti estetici hanno superato l’esposizione nosocomiale come fattore di rischio primario per questa forma di epatite.

Anche l’epatite E ha visto un aumento, con 58 casi segnalati, di cui alcuni associati al consumo di carne di maiale o cinghiale cruda o poco cotta. Da ciò si evince l’ importante sensibilizzare sulle pratiche di sicurezza alimentare per prevenire tali infezioni.

Il rapporto ha inoltre evidenziato la carenza di test per rilevare l’epatite Delta, un virus che può aggravare i danni al fegato nelle persone già colpite da epatite B. Questo sottolinea l’importanza di una diagnosi precoce e di un adeguato monitoraggio per prevenire complicazioni.

 

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