Manuel Careddu, 18 anni, assassinato come uno dei protagonisti dei video game. Il 18enne stato ucciso da cinque suoi amici di età compresa tra i 17 e i 20 anni di Oristano. I giovani, appassionati di video game, passavano ore alla console, tanto da confondere il mondo reale da quello virtuale, ad ammazzare mostri e nemici virtuali. Proprio come in un gioco, in maniera spietata e brutale, hanno premeditato il delitto.

La ricostruzione dei fatti

Manuel era scomparso un mese fa, l’11 Settembre. Ieri c’è stato un epilogo delle indagini con l’arresto dei cinque ragazzi. Il corpo del 18enne ancora non è stato trovato e lo si cerca nel fondo del lago Omodeo. Manuel è stato ucciso dopo essere stato attirato in una trappola. Il movente, riferito dalgi inquirenti, sarebbe un debito che i 5 ragazzi avevano con il 18enne per della marijuana acquistata e non pagata. I giovani hanno dato appuntamento al ragazzo alla stazione di Abbasanta per poi ucciderlo e gettarlo nelle acque del lago.

Un’intercettazione li ha incastrati

Dopo l’efferato delitto, sicuri di averla fatta franca, i giovani hanno continuato a vivere la loro quotidianità non accorgendosi di essere monitorati dagli inquirenti. A tradirli è stata una cimice, installata nell’automobile del padre di uno dei ragazzi sotto inchiesta. Proprio quella intercettazioni li ha incastrati. Nell’auto sono state rinvenute tracce di sangue appartenenti a Manuel. Infatti il 18 enne è stato trasportato dalla stazione al lago con quell’auto. I ragazzi sono stati arrestati con l’accusa di concorso in omicidio e premeditazione.

Particolare agghiacciante

La mamma di Manuel ai microfoni della ‘Vita in Diretta’ avrebbe raccontato un particolare agghiacciante. Tra i cinque ragazzi tratti in arresto c’era anche una ragazza minorenne, proprio quest’ultima si sarebbe recata, prima dell’arresto, a casa di Manuel per dire di averlo visto ma non ci sarebbe riuscita perché si era accorta che il cerchio delle indagini si stava stringendo.