Chiedono verità e giustizia i familiari di Ciro Oliva, il 42enne deceduto nel carcere di Secondigliano. I suoi congiunti ritengono che l’uomo non sia stato curato adeguatamente nonostante la grave patologia cardiaca a cui era soggetto. Ora sarà l’inchiesta a chiarire se vi siano state negligenze da parte della direzione del carcere. Sulla vicenda è intervenuto anche Pietro Ioia, presidente dell’associazione degli ex detenuti che da sempre si batte per migliorare la qualità della detenzione nelle carceri italiane:« Il detenuto Ciro Oliva è morto, cardiopatico se ne andato in punta di piedi, in silenzio, si perché nel carcere di Secondigliano I detenuti ammalati non possono alzare la voce altrimenti vengono minacciati di essere trasferiti, basti pensare che i familiari per il colloquio si ammassano già dalle cinque del mattino, un carcere bello da fuori, barbaro di dentro». Adesso spetterà all’inchiesta far luce sulla vicenda.
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