C’ è grande fermento politico a Marano in vista delle elezioni Amministrative del 13 e 14 maggio. Il Comune è stato sciolto per camorra il 18 giugno 2021. Alla guida c’era Rodolfo Visconti del Partito Democratico. La commissione prefettizia, in carica da 24 mesi, lascerà tra 3 mesi il posto al nuovo primo cittadino. Non c’è ancora nessun nome ufficiale, ma da destra a sinistra circolano diverse indiscrezioni. Il Pd dovrebbe schierare Matteo Morra, ex assessore ai tempi dell’Amministrazione Perrotta ed ex segretario del circolo locale. Sul suo nome dovrebbero convergere anche altre liste civiche.
Dialoghi in corso anche con Stefania Fanelli, storica attivista di sinistra, anche lei aspirante sindaco, ma che potrebbe anche fare un passo indietro per creare un fronte comune di centrosinistra da contrappore alla destra. Dovrebbe correre da solo, invece, Potere al Popolo, che hanno in Francesca Licata la papabile candidata a sindaco. Ancora incerta la posizione del Movimento Cinque Stelle. Nei giorni scorsi i grillini hanno tenuto una serie di riunioni operative e organizzato gazebo in strada, ma al momento non c’è certezza sulla presentazione del simbolo alle prossime elezioni comunali.
Il Terzo Polo – formato da Azione e Italia Viva – ha una serie di nomi su cui potrebbe puntare. Della rosa fanno parte Michele Izzo e Gregorio Silvestri.
Nell’alveo del centrodestra ci sono i maggiori movimenti. In pole c’è Luigi De Biase, ex dirigente del Comune di Marano. Di Biase metterebbe d’accordo la parte di centro e l’area moderata della destra. Il centrodestra più radicale che fa riferimento a Fratelli d’Italia, invece, potrebbe puntare su una donna tra Teresa Giaccio (già nel 2018 candidata sindaco) o Teresa Frecciarulo.
Tra i candidati a sindaco si fa anche il nome del giornalista Ferdinando Bocchetti, promosso dalla lista civica FreeMarano, nata dalla corrente del sindaco di Bacoli Josi Gerardo della Ragione. Bocchetti sarebbe appoggiato anche da liste civiche e altre di provenienza di destra. Ma al momento non c’è nessun nome ufficiale, in particolare nel centrodestra che dunque potrebbe arrivare spaccato e favorire la vittoria del centrosinistra.