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giovedì, Maggio 2, 2024
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Napoli. Luca morto dopo aver mangiato sushi, gli indagati salgono a due

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Luca Piscopo era stato a pranzo con alcune amiche, aveva scelto un ristorante di sushi al Vomero, quando ha cominciato ad avvertire una forma di malessere. Nelle ore successive, la sua situazione si è aggravata. Vomito, diarrea, febbre alta. Era il 23 novembre scorso poi il dramma. Lo scorso due dicembre, Luca Piscopo è morto.

Luca Piscopo  aveva quindici anni, era uno studente modello iscritto al liceo Pansini, tifosissimo del Napoli (i supporter azzurri gli hanno anche dedicato uno striscione all’esterno del San Paolo), era seguito con amore e dedizione dai genitori (che gestiscono una gioielleria a Soccavo). Un dramma per la famiglia, ma anche per un’intera comunità che si sente impotente di fronte alla fine di un ragazzino di soli 15 anni e che chiede chiarezza su quanto avvenuto. Pochi i punti certi di questa storia, che hanno spinto la Procura di Napoli ad aprire un’inchiesta e a svolgere verifiche su quanto avvenuto lo scorso 23 novembre. Spiega la penalista napoletana Marianna Borrelli, che assiste i genitori del ragazzo deceduto: «Luca godeva di ottime condizioni di salute. Era uno sportivo, finanche salutista. Non intendiamo criminalizzare nessuno, ma vogliamo capire cosa è accaduto, cosa abbia stroncato la vita di un ragazzo nel fiore dei suoi anni».

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Ora i magistrati hanno chiesto ai periti nominati per l’esame (il medico legale Alfonso Maiellaro, l’anatomopatologo Oscar Nappi e l’infettivologa Tiziana Ascione) di accertare se il 15enne avesse dei problemi di salute non diagnosticati, di specificare la natura del cibo mangiato il 23 novembre scorso, e di verificare se sia stato seguito e curato correttamente. Secondo quanto è emerso, dopo i primi sintomi, il medico aveva prescritto un antipiretico per la febbre e fermenti lattici per i disturbi intestinali, poi aveva aggiunto un antibiotico. Le sue condizioni erano migliorate dopo una settimana: la febbre era scesa e la situazione sembrava in lento miglioramento. Poi l’improvviso peggioramento, e il 2 dicembre scorso, il suo cuore ha smesso di battere.

Le indagini dovranno chiarire, oltre alle cause della morte, se siano ipotizzabili responsabilità nei confronti di qualcuno. Una tragedia che ha sconvolto il quartiere e gli amici del quindicenne: uno studente modello, un ragazzo benvoluto da tutti e grande tifoso del Napoli. Tanto che in sua memoria è stato esposto anche uno striscione con la scritta: «Ciao, piccolo Luca» in occasione della partita di calcio Napoli- Atalanta.

Al momento il ristorante è regolarmente aperto perché, in questa fase, gli investigatori non hanno ravvisato elementi tali da suggerire l’adozione di provvedimenti nei confronti del locale. L’inchiesta è condotta dai pm Federica D’Amodio e Luigi Landolfi. Lo scorso 23 novembre si è recato a ristorante insieme con tre sue coetanee: tutti hanno consumato cibi orientali e da quel giorno tutti hanno accusato disturbi intestinali. Le sue tre amiche hanno avuto stessi sintomi: una delle ragazze si è sottoposta ad accertamenti dai quali è emersa la presenza del batterio della salmonella. Dopo la denuncia la Procura ha iscritto nel registro degli indagati, per omicidio colposo, il ristoratore e anche il dottore. Un atto dovuto prima dell’esame autoptico.

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