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sabato, Aprile 27, 2024
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Nicola Cosentino si costituisce in carcere dopo la condanna a 10 anni

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Dopo nove anni dalla prima accusa le vicende giudiziarie dell’ex sottosegretario di Forza Italia Nicola Cosentino trovano una conclusione. Condannato in primo grado e poi in secondo con un aumento di pena, arriva ora la conferma della Corte di Cassazione: 10 anni di reclusione.

I nove anni d’accuse di Nicola Cosentino 

Sono passati nove anni da quando Nicola Cosentino fu arrestato dai carabinieri, insieme con i fratelli Giovanni e Antonio, nell’ambito di un’inchiesta sulla vendita di carburanti. Per queste accuse Cosentino venne assolto, ma quello fu solo il primo tassello di un “domino giudiziario”. Da quel momento, infatti, attorno alla figura di Nicola Cosentino si alza un polverone di accuse, ben più gravi della prima. “Guai giudiziari” che si sono accumulati negli anni e che portano oggi alla conferma di 10 anni di reclusione.

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Una delle accuse più pesanti che pende su Cosentino è quella del processo detto ‘Il Principe e la scheda ballerina’. Cosentino, nell’ambito di questo processo, era accusato del reato di tentato impiego di capitali illeciti con l’aggravante mafiosa. Pare infatti che questi capitali illeciti che l’ex sottosegretario avrebbe dovuto “impiegare” fossero destinati alla costruzione di un centro commerciale a Casal di Principe. La struttura commerciale pare fosse un desiderio dei Casalesi, clan che prende il nome proprio dalla sua zona d’appartenenza.

‘Eco4’ – “E’ stato il referente politico dei Casalesi

Nell’ambito di questo processo Cosentino era stato assolto dalla Corte di Appello di Napoli il 29 settembre 2020 per “non aver commesso il fatto”. La sentenza di secondo grado però disse tutt’altro; ribaltato il verdetto i giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere decidono infatti di condannare Cosentino in primo grado a cinque anni e mezzo di carcere. Le indagini della Dda legate a questo processo non si limitano però ai fondi per la costruzione del centro. Le indagini portarono infatti, nel dicembre 2011, all’arresto di quasi 50 persone e non solo per la realizzazione del centro commerciale. Le accuse furono anche quelle di voto di scambio in relazione alle elezioni comunali di Casal di Principe del 2007 e del 2010.

Su Cosentino pende insomma un’accusa molto pesante che lo lega con tutti i casi giudiziari che lo hanno visto protagonista: quella di essere referente politico nazionale del clan dei Casalesi. Il verdetto finale arrivato ieri è infatti relativo al processo ‘Eco4’. Per gli inquirenti napoletani Cosentino è stato per l’appunto il referente politico nazionale del clan dei Casalesi. L’ex sottosegretario avrebbe stretto un patto di ferro per ottenere appoggio elettorale in cambio di un contributo al clan.

Cosentino si è costituito a Rebibbia 

Cosentino è stato riconosciuto come il ‘referente nazionale del clan dei Casalesi’ almeno fino al 2004. La Dda di Napoli aveva però presentato appello sostenendo che l’appoggio ai Casalesi fosse andato avanti almeno fino al 2007-2008. Motivo per cui vi è stata richiesta di un aumento della pena. Un caso che ha avuto un grande sviluppo anche grazie alle parole dei collaboratori di giustizia. La Corte di Cassazione conferma quindi la pena per concorso esterno in associazione mafiosa con dieci anni di reclusione.

Nicola Cosentino è arrivato poche fa nel carcere di Rebibbia, accompagnato da moglie e figli. Qui l’ex sottosegretario si è costituito: “Ha accolto con dolore sentenza che ritiene ingiusta” dicono i suoi legali.

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