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venerdì, Aprile 19, 2024
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“Niente stipendio senza vaccinazione”, fa discutere la sentenza del giudice su 10 lavoratori

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Se non c’è stata vaccinazione non ci può essere lo stipendio. Lo ha deciso il giudice di Belluno Anna Travia respingendo le richieste di due infermieri e otto operatori sociosanitari che avevano rifiutato di sottoporsi alla somministrazione della dose lo scorso febbraio e che per questo erano stati sospesi dal lavoro.

I dieci sanitari, come riporta il Corriere del Veneto, dipendenti di due case di riposo del Bellunese, all’indomani del rifiuto erano stati messi in ferie forzate dalla direzione della rsa e sottoposti alla visita del medico del lavoro.

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Il medico aveva dichiarato i sanitari “inidonei al servizio” permettendo così che venissero allontanati dalle loro attività senza stipendio. Gli operatori no vax avevano fatto ricorso in Tribunale sostenendo che la Costituzione dà libertà di scelta vaccinale.

Il giudice, giudicando “insussistenti” le ragioni dei ricorrenti, ha sancito che “è ampiamente nota l’efficacia del vaccino nell’impedire l’evoluzione negativa della patologia causata dal virus come si evince dal drastico calo dei decessi fra le categorie che hanno potuto usufruire delle dosi, quali il personale sanitario, gli ospiti delle rsa e i cittadini di Israele dove il vaccino è stato somministrato a milioni di individui”.

Vaccini: domani la revisione del meccanismo di autorizzazione all’export

“La Commissione europea adotterà domani una revisione del meccanismo di autorizzazione e trasparenza sull’export” dei vaccini. Lo ha annunciato il portavoce dell’Esecutivo comunitario, Eric Mamer, che tuttavia non ha aggiunto dettagli sull’iniziativa.

La revisione del meccanismo Ue per la trasparenza e l’autorizzazione all’export dei vaccini introdurrà i principi di reciprocità e di proporzionalità tra gli elementi da valutare per l’ok europeo all’export. Tra gli altri punti che dovranno essere presi in considerazione per dare la luce verde alle esportazioni, anche la situazione di avanzamento delle immunizzazioni nel Paese di destinazione delle dosi, e se la casa farmaceutica stia rispettando i contratti stipulati con l’Ue.

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