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venerdì, Aprile 26, 2024
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Nino D’Angelo choc: “Via da Napoli perché la camorra sparò contro la mia casa”

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Una lunga intervista, piena di racconti e ricordi, con parti felici ma anche drammatiche, quella rilasciata da Nino D’Angelo al Corriere della Sera. Il cantante napoletano, originario di San Pietro a Patierno, dove qualche mese fa hanno inaugurato un grande murales fatto da Jorit in suo onore, si è raccontato a 360 gradi.

Nell’intervista Nino D’Angelo ha spiegato anche i motivi per cui ha lasciato Napoli per trasferirsi a Roma. Fu minacciato dalla camorra, addirittura vennero esplosi colpi di pistola.

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Nino D’Angelo racconta quando scappò da Napoli

Era il 1986. Quando il Napoli di Maradona stava per vincere il suo primo Scudetto e la città era in fermento, la camorra non aveva nemmeno pietà di un cantante tra i più noti a Napoli ed in Italia.

«Me ne sono andato perché hanno sparato due volte contro casa mia». «Proprio la camorra, volevano i soldi. Vedevano il successo. Telefonavano, minacciavano. La seconda volta, hanno sparato dentro casa, il proiettile è entrato nella stanza dove mio figlio Vincenzo dormiva nel lettino. Siamo scappati in un giorno. Un peccato, perché devo tutto alla città, i napoletani mi adorano: piace che uno di loro ce l’ha fatta senza aiuti», ha raccontato Nino D’Angelo.

Parlando del murales ha detto: «Mi è sembrata una cosa troppo grande. Mi sono chiesto: ma perché l’hanno fatto per me?» Ora ho trovato il quartiere come l’ho lasciato: uguale. Guardando la disperazione negli occhi delle persone mi sono messo a piangere e ho pensato che oggi sarei stato vecchio così, coi figli che vivono per sopravvivere. Mi è tornata la voglia di scrivere ed è nato il disco che esce il 15 ottobre».

Il rapporto con la moglie

A 21 anni si sposò con la donna che è ancora sua moglie e all’epoca di anni ne aveva 15: “Facemmo la fuitina. I genitori dicevano che eravamo piccoli per sposarci. Lo rifarei, abbiamo due figli intelligenti, bravi, Toni laureato, Vincenzo quasi. Sono 42 anni di matrimonio e quattro nipoti”. Poi un aneddoto su Miles Davis: “Onestamente, nel 1986 non lo conoscevo. Mi avvisò il mio bassista la mattina. Fa: “Hai visto che ha detto Miles Davis di te?”. Dico “ma chi è? Un nuovo giocatore del Napoli?”. Onestamente, questo Davis non lo conoscevo. Sentivo solo i cantanti napoletani. Forse, i Beatles avrei riconosciuto”. Infine, un ricordo, inevitabile di Maradona: “Parlava e palleggiava da una spalla all’altra. Destra, sinistra. Sinistra, destra. Palleggiava e faceva discorsi di un’umiltà esagerata”.

 

 

 

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