Una faida vera e propria. Iniziata con il pentimento di Gennaro Notturno e poi proseguita con l’intenzione di collaborare del fratello Raffaele. Proprio quest’ultimo sarebbe ben presto finito nel mirino dei Raia divenuto gruppo autonomo e sempre più determinati a cacciare da Scampia gli esponenti della famiglia dei ‘vettori’. A raccontare ai magistrati cosa è accaduto negli ultimi mesi le rivelazioni bomba del nuovo pentito del clan Di Lauro, Pasquale Paolo detto ‘lallone’. Il giovane, classe 1994, è il figlio di Raffaele Paolo ‘o rockets, storico esponente dei Di Lauro e da qualche mese latitante. Paolo junior, dopo la condanna a nove anni per associazione, ha deciso di collaborare con la giustizia spiegando come si è arrivati allo scontro tra i Raia e i Notturno. In uno dei suoi ultimi verbali ha spiegato:”Costantino Raia lo conosco bene, sono stato di recente detenuto con lui,a Melfi
(2021/2022), finché non èstato trasferito a Marassi, e spesso mi intrattenevo con lui. Come mi ha riferito lui, la famiglia Raia comanda nello Chalet Baku, avendo cacciato Raffaele, il padre del chiattone – Nicola Notturno – che uccisero nella 167. Mi disse che, qualche tempo dopo l’omicidio, loro (la famiglia Raia) si era “presa”lo Chalet Baku,e avevano “chiuso” Raffaele Notturno in casa, nel senso chen on contava più niente
e non poteva fare affari, droga, nulla. “Come regola criminale”, Raffaele Notturno avrebbe dovuto anche “fisicamente” lasciare lo Chalet Baku, e se sta ancora là è grazie ad Antonio Michelò ed a Tonino Abbinante, il padre di Arcangelo, per come mi disse sia mio padre che Costantino Raia.
Costantino mi disse che loro non erano ben visti per quello che avevano fatto, perché comunque la famiglia Notturno era una famiglia rispettata, e che per questo non si fidavano di nessuno. Mi
diceva che la “baracca”, cioè lo Chalet Baku, lo portavano avanti lui ed i suoi fratelli, tutta la famiglia Raia”.
Le prime dichiarazioni di Raffaele Notturno
Versione confermata anche dal diretto interessato Raffaele Notturno che, quando ha manifestato l’intenzione di collaborare, ha spiegato agli inquirenti:”Tutto è iniziato circa 5 anni fa, dopo che è stato ucciso mio figlio Nicola, e che, di seguito, sono usciti dal carcere Armandino Ciccarelli, Patrizio Raia ed infine poi Costantino Raia. Proprio quando è uscito Costantino “non si è capito niente più”. Si può dire che fino a che è uscito Costantino, la situazione era ancora “tranquilla”, ed ero ancora il capo dello Chalet Baku, ma con l’uscita di Costantino, come ho detto, lui e i suoi “si misero di faccia” contro di me”.