Cellulari in carcere
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L’attività investigativa ha altresì consentito di raccogliere indizi circa l’esistenza di un ulteriore gruppo criminale, collegato al primo sodalizio, finalizzato all’illecita introduzione nel carcere di Barcellona P.G. di telefoni cellulari, composto da detenuti e da una donna la quale, dall’esterno dell’istituto, avrebbe introdotto i dispositivi occultati all’interno di pacchi destinati ai detenuti.
Tra i destinatari della misura cautelare in carcere figurano un Agente della Polizia Penitenziaria e un infermiere dell’ASP (Azienda Sanitaria Provinciale) di Messina, all’epoca entrambi in servizio presso la citata Casa Circondariale. Il primo avrebbe coadiuvato uno dei capi della consorteria – consegnandogli stupefacente, poi, distribuito nel carcere; il secondo avrebbe introdotto la droga nel carcere, ceduta poi ad alcuni reclusi.