Si trova in carcere per l’assassinio di Giovanbattista “Giogiò” Cutolo, ma tiene regolarmente contatti con i familiari dalla cella.
E fin qui tutto regolare, dal momento che ogni detenuto ha la possibilità di fare una videochiamata (due se si tratta di un detenuto minorenne) con i propri familiari, ovviamente con tutte le garanzie del caso e con la presenza del personale di polizia penitenziaria. E di due contatti al mese usufruisce anche il killer di Giogiò.
Omicidio di Giogiò Cutolo, la videochiamata dal carcere tra l’assassino e la nonna finisce su TikTok
E qui si sorpassa quella linea sottile che separa la decenza dall’indecenza, in quanto la nonna del killer ha pensato bene di condividere sul proprio profilo TikTok alcuni momenti della videochiamata avuta col nipote, con tanto di didascalia “Un legame che durerà in eterno”.
È Daniela Di Maggio, la madre di Giogiò, a denunciare l’uso improprio sulle piattaforme informatiche delle conversazioni che l’assassino del giovane musicista napoletano tiene con i familiari: “Una cosa assurda, irriverente per la memoria di Giogiò – dice – tanto più se a rilanciare quei video è la nonna del ragazzo che ha assassinato mio figlio”.
Prova a fare chiarezza sulla vicenda l’avvocato Davide Piccirillo, che ha assistito nel corso delle indagini preliminari e del processo il giovanissimo assassino (aveva 17 anni quando commise il delitto). “Il ragazzo è detenuto a Catanzaro – spiega – e di recente è stato trasferito da quello minorile ad un reparto “ordinario”, avendo compiuto la maggiore età. Si trova dunque a 450 chilometri da casa, e ha diritto a due videochiamate al mese per salutare e parlare con la mamma e il papà. Sebbene abbia commesso un delitto così grave, non dobbiamo mai dimenticare che anche lui è un essere umano. Non c’è nessuna anomalia in questi contatti, che avvengono regolarmente e nel rispetto della normativa penitenziaria. Non è certo colpa sua se poi qualcuno rilancia quelle conversazioni sui social. Comprendo chi critica certe mitizzazioni sulle piattaforme di internet, ma questo è un altro discorso”.
La risposta della mamma di Giogiò e di Francesco Emilio Borrelli
Ma la mamma di Giogiò rilancia: “Quei post sui social sono un’offesa alla memoria di mio figlio. In almeno un’occasione, durante la videochiamata dal carcere gli è stato consentito anche di fare una “call” in condivisione con un suo stretto parente che è ospite di una casa famiglia. Ancora una volta, dobbiamo così leggere messaggi sui profili social di familiari in favore dei detenuti, ad esempio «Vi amo, tutto passa» e «un legame che durerà in eterno. E la nonna di questo ragazzo è la stessa che persino dall’interno della Questura, nelle ore successive alla cattura dell’assassino, usò il cellulare per fare una diretta social”.
Una circostanza confermata anche dal deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Francesco Borrelli. “Le videochiamate pubblicate dalla nonna del killer, con messaggi d’amore per chi ha tolto la vita a un giovane innocente, sono una vergogna che offende la memoria delle vittime e lo Stato stesso. E lo Stato non può permettere che i carnefici si trasformino in vittime, che le famiglie dei detenuti utilizzino i social per fare propaganda, mentre chi ha perso un figlio continua a soffrire in silenzio. Chiedo che venga immediatamente oscurato quel profilo e che si apra un’indagine su come sia possibile che questi contenuti escano dalle strutture detentive. Basta con la criminalità che si fa spettacolo. Lo dobbiamo a tutte le vittime e ai cittadini onesti”, le parole del deputato.