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venerdì, Aprile 26, 2024
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Pedopornografia: migliaia file con foto di bimbi abusati, blitz anche a Napoli

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La Polizia di Stato di Trieste ha arrestato un uomo, di 52 anni, di Gorizia, e denunciato due persone, una a Napoli e una a Padova, ha sequestrato criptovalute e decine di migliaia di file di pornografia minorile, nell’ambito dell’Operazione “Web Oscuro”, eseguita oggi dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni – Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online (C.n.c.p.o).
L’arrestato aveva accuratamente protetto i suoi account e i suoi sistemi con tecniche per rendere anonima la presenza in rete. Rinvenuti più di 30 mila file pedopornografici con bambini, anche molto piccoli, raffigurati mentre venivano sottoposti a violenze e sevizie.

Blitz contro la pedopornografia

Oltre 30mila file pedopornografici, con bambini anche molto piccoli, ripresi mentre erano sottoposti a violenze e sevizie. Questa mattina, la Polizia di Stato di Trieste ha arrestato un uomo di 52 anni di Gorizia. Denunciate due persone a Napoli e a Padova nell’ambito dell’operazione “Web Oscuro“, condotta dalla Polizia Postale del Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online.

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 Trovate 2.000 chat

Oltre a questi file, gli agenti della Postale hanno anche trovato 2.000 chat contenenti richieste di materiale pedopornografico. L’uomo arrestato proponeva ai suoi clienti una serie di cataloghi di minori che, a suo dire, erano disponibili per incontri sessuali dal vivo. Tutto sulla piazza del dark-web, ossia l’universo internet “sommerso” a cui non accedono i normali motori di ricerca ma solo programmi specifici. Inoltre, per la gestione delle transazioni dei file, le forze dell’ordine hanno ritrovato un wallet, un portafoglio virtuale di criptovalute dove confluivano i proventi della vendita del materiale.

Le altre due persone denunciate hanno scambiato una serie di messaggi con l’arrestato. Hanno organizzato – in un caso – un incontro con minori di 14 anni per scopi sessuali e ricevere altro materiale pedopornografico. Perquisiti dalla postale di Venezia e Napoli, agli uomini sequestrati una serie di dispositivi informatici che contenevano i file in questione, oltre che gli account web utilizzati per gestire la rete.

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