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sabato, Aprile 27, 2024
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Porte sbarrate al Bosco Capodimonte, sindaco e cittadini: “Si riapra subito”

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Porte sbarrate al Bosco Capodimonte, sindaco e cittadini: “Si riapra subito”. Una chiusura, avvenuta a meno di una settimana da una riapertura attesa in oltre due mesi di lockdown a causa del Coronavirus, difficile da digerire. I cittadini e anche le istituzioni locali, a partire dal sindaco Luigi de Magistris, chiedono che il bosco di Capodimonte torni al più presto fruibile. Da oggi, infatti, su decisione assunta venerdì dal direttore del Real Bosco di Capodimonte Sylvain Bellanger a cui fa riferimento sia la gestione del parco pubblico che del museo, l’area da 120 ettari è di nuovo interdetta al pubblico dopo la fugace apertura dei battenti da lunedì 18 maggio e sino a ieri 22 maggio. La motivazione va ricercata nell’interruzione della trattativa tra la stessa direzione e i sindacati delle sigle autonome e confederali rispetto all’organizzazione dei controlli anti assembramenti che l’emergenza Covid-19 continua a vietare.

Il comunicato di chiusura del Bosco

In proposito, nel comunicato della direzione del Real Bosco di Capodimonte diffuso ieri, si legge: “Abbiamo invitato tutti a tenere comportamenti responsabili e a osservare le regole sanitarie di contenimento del contagio da Covid-19 (divieto di assembramento, distanziamento sanitario, uso della mascherina). Le numerose infrazioni rilevate nei giorni scorsi e l’assenza di accordo con le parti sociali in ordine all’affiancamento della vigilanza ministeriale con personale di vigilanza privata all’interno Bosco, ma solo alle Porte di accesso, hanno costretto la Direzione a richiudere il Real Bosco di Capodimonte’’. Dunque, il presunto mancato rispetto delle regole sugli assembramenti da parte delle persone, alcune delle quali accusate di aver fatto pic-nic all’interno del parco benchè vietati e di non aver rispettato i percorsi differenziati che divide gli spazi dedicati a runners, bikers e semplici passeggiatori all’interno del bosco, una delle novità previste della fase 2, presupponeva e presuppone la necessità di avere un controllo costante e fitto attraverso una vigilanza in forma mobile che per la direzione del Real Bosco di Capodimonte sarebbe la soluzione più giusta. Diversa la posizione dei sindacati, che invece vorrebbero puntare maggiormente sull’utilizzo della già presente vigilanza ministeriale mal sopportando l’ausilio di quella privata presente dal 2017 con una quindicina di unità. Questa distanza sta determinando la negazione a migliaia di cittadini di poter godere di uno dei più importanti polmoni verdi di Napoli. Da quanto appreso da InterNapoli.it il confronto tra la direzione del Real Bosco di Capodimonte e sindacati proseguirà in altre sedi a partire dalla prossima settimana. Da un lato ci dovrebbe essere in prima persona il direttore Bellanger, ufficialmente in malattia sino al 5 giugno a causa di un’operazione subita e della successiva convalescenza ma pronto ad anticipare il rientro a pieno regime, dall’altra la delegazione sindacale trattante.

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La rabbia del sindaco dopo la chisura del bosco

La decisione non va giù al sindaco Luigi de Magistris secondo cui «la chiusura del Bosco di Capodimonte è un atto gravissimo. La mancanza di coraggio sta corrodendo il Paese. La chiusura del parco va contro le disposizioni a tutela della salute che auspicano l’aumento degli spazi pubblici in cui le persone si possono muovere. Chiedo al direttore Bellenger di riaprire immediatamente il Bosco di Capodimonte al fine di non procurare un danno alla salute per gli abitanti di Napoli». Il primo cittadino de Magistris poi si rivolge a Dario Franceschini, titolare del Ministero dei Beni Culturali al quale fa riferimento il Real Bosco di Capodimonte e anche alla Floridiana, un altro spazio pubblico legato alla Soprintendenza e anch’esso ancora chiuso: «Caro Ministro Franceschini, ci avevi promesso diversi mesi fa la riapertura del Parco della Floridiana, purtroppo è ancora chiuso con grave nocumento per la salute dei napoletani. oggi avete anche chiuso il Parco di Capodimonte, il più grande polmone verde della città. Il danno sanitario ed ambientale diventa ancora più drammatico in tempi di coronavirus. Per non parlare dei tagli al personale e della mancanza di risorse economiche che mettono in ginocchio tutti i servizi in città, verde compreso». «Governo e Regione dicono spazi aperti. Ci rempiamo la bocca di “cura dei bambini e dei giovani”. La vita riparte in tutte le sue attività, tra poco riprendono pure i voli internazionali, e poi si chiude lo spazio verde più grande della città??? Così, solo per manifesta incapacità a gestire i flussi? Io davvero resto sconcertata» attacca la consigliera comunale del Gruppo Misto Laura Bismuto, residente a Capodimonte.

PROTESTE DELLA MUNICIPALITA’

Deluso appare anche il presidente della Municipalità Terza, che comprende anche il territorio di Capodimonte, Ivo Poggiani. «Il quartiere ha apprezzato, si sono creati nuovi posti di lavoro al servizio della cittadinanza. La maggior parte dei fruitori rispetta le regole, la presenza della vigilanza ‘dinamica’ nel Bosco aveva ridotto di molto i comportamenti illegittimi. Certo, – aggiunge Poggiani – tutti avremmo preferito che, invece di una vigilanza privata, fosse stato il Ministero ad assumere lavoratori a tempo indeterminato con questo specifico compito, cosa purtroppo non accaduta seppur richiesta. Ecco la scelta di “ripiegare” su un appalto esterno di vigilanza privata. Non capisco però perché questa soluzione, valida finora nell’ordinario, non sia stata accettata dai sindacati dalla delicatissima fase 2 post Covid, quando ce ne sarebbe stato ancora più bisogno».

La mobilitazione dei cittadini

A mobilitarsi con un sit-in tenuto questa mattina sono anche i residenti e i commercianti di Capodimonte. «Prendere a pretesto il mancato accordo con i sindacati che doveva servire a garantire la presenza della vigilanza privata nel bosco per chiuderlo ci sembra francamente troppo, si potevano trovare delle alternative consentendo alla gente, con il rispetto delle regole, di continuare ad usufruire del parco» afferma Gennaro Centanni rappresentante della realtà territoriale Spazio a Sinistra Capodimonte, presente dinanzi Porta Piccola con un gruppo di cittadini, alcuni dei quali non a conoscenza della chiusura. «Da tempo – aggiunge Centanni – non si sa più nulla del distretto dell’arte orafa, della ceramica e della porcellana all’interno del parco. Il ministero dei Beni Culturali intervenga». Antonio, un altro residente non si capacità della chiusura. «All’interno del parco ci sono i drappelli della Polizia di Stato, c’è l’Esercito (però si tratta di un piccolo nucleo peraltro impegnato nell’operazione “Strade Sicure ndr.), la Protezione Civile, la Forestale che potrebbero effettuare e comunque si chiude il parco? È assurdo».

Domani, intanto, ci sarà un nuovo presidio dinanzi a Porta Piccola organizzato dal Laboratorio di mutuo soccorso Zero81. «In questo momento – affermano gli attivisti – la totalità dei parchi pubblici della zona nord di Napoli è interdetta, da ieri il direttore Bellenger ha deciso di chiudere anche il parco di Capodimonte utilizzando come scusa il comportamento non rispettoso che avrebbero avuto alcuni cittadini. Non si può accettare che al ristorante si può stare ad una distanza di un metro senza mascherina e in un bosco pubblico con migliaia di ettari di verde, non si riesca a garantire la sicurezza dei cittadini e l’apertura del parco».

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