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martedì, Maggio 21, 2024
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Prostituta uccisa a Fuorigrotta, dieci anni a Raffaele Velluso

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Terzo pronunciamento d’appello per Raffaele Velluso, il giovane alla sbarra per l’omicidio della prostituta Antonia Osaf, delitto avvenuto nel corso di un tentativo di rapina. Dopo i due precedenti annullamenti stabiliti dalla Cassazione la Corte d’Assise d’Appello di Napoli ha condannato Velluso a dieci anni di reclusione. Velluso si era visto giá riconoscere le attenuanti generiche ma nel corso del secondo appello non si era visto riconoscere il concorso anomalo, poi nuovamente riconosciuto dopo l’annullamento in Cassazione in questo terzo pronunciamento. Velluso, difeso dall’avvocato Leopoldo Perone, era a processo per l’omicidio della giovane prostituta nigeriana uccisa nel maggio 2015 in via Terracina a Fuorigrotta per difendere un’amica che si era appartata insieme a tre ragazzi (uno dei quali assolto in primo grado). Per l’imputato Raffaele Velluso due anni fa era arrivato il secondo stop al processo d’appello da parte della Suprema Corte. Dopo l’annullamento in Cassazione, e a fronte del precedente verdetto che lo aveva visto condannato a 15 anni di carcere, Velluso aveva ottenuto una condanna più lieve a soli 10 anni di reclusione grazie alla concessione delle attenuanti generiche. Il ricorso dei suoi legali (gli avvocati Leopoldo Perone e Antonio Rizzo) aveva così prodotto il nuovo annullamento con la Corte di Cassazione che aveva appunto fatto leva sull’ipotesi di concorso anomalo.

Con concorso anomalo indica la peculiare fattispecie contemplata e disciplinata dall’art. 116 codice penale secondo cui qualora il reato commesso sia diverso da quello voluto da taluno dei concorrenti anche questi ne risponde se l’evento è conseguenza della sua azione od omissione. Se il reato commesso è più grave di quello voluto, la pena è diminuita riguardo a chi volle il reato meno grave. Dunque poiché l’omicidio non era voluto da Velluso che al più aveva voluto lo spossessamento della borsa, la sua pena dovrà essere ulteriormente diminuita. La sera dell’omicidio la giovane nigeriana era appartata con un cliente in via Terracina a Fuorigrotta. Udì le grida della sua amica che era stata avvicinata da tre giovani della zona. I tre avevano chiesto sesso alla prostituta, lei aveva rifiutato impaurita dall’atteggiamento dei tre. A quel punto i giovani anziché desistere iniziarono a importunare la donna fino alla rapina, mirando alla sua borsa. Le sue urla attirarono l’attenzione della 23enne poi colpita mortalmente al petto con una coltellata.

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