Erano gli anni Settanta/Ottanta e Massimo Troisi, Lello Arena, ed Enzo Decaro portavano in scena svariati siparietti comici che nascondevano uno spiccato senso critico. In onda su quella che diverrà poi ‘Rai Uno‘ i tre cantarono la bellissima canzone napoletana ‘Tarallucci e vino‘.
La Smorfia di Massimo Troisi
I tre cantavano e recitavano la cultura partenopea con ‘La Smorfia‘ nel programma ‘Non Stop‘ di Enzo Trapani. Una sera usarono la musica per raccontare la cultura del capoluogo campano, prendendo in prestito le parole di una bella canzone ‘Tarallucci e vino‘. Nell’esibizione televisiva Decaro suonava la chitarra, Arena la tammorra e Troisi il triccheballacche, uno strumento popolare tipico delle tarantelle e molto usato in Campania, in Salento, in Calabria, nelle Puglie.
Ecco il testo della canzone
Sei bambini in un basso sporchi ed affamati
gli occhi pieni di paura,
con le mani cercavano un pezzetto di pane nei sacchetti della spazzatura.
Ho provato a dargli una fetta di mare, un raggio di sole e una canzone!
Ma il sole ed il mare da soli non bastano per poter campare…
Tarantelle, canzoni, sole e mandolino a Napoli si muore a tarallucci e vino!
Le strade crollano, il mare inquinato, case come prigioni, m’hanno licenziato!
Però in Galleria che soddisfazione, la gente è felice e parla di pallone. Però Napoli è sempre il paese del mare e perciò si capisce ci si deve arrangiare… ”
Cori: ‘o mattino” ” ‘e fravaglie” ” ‘e treglie” ” ‘e pummarole” Napule è ‘o paese d’o sole mio…