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mercoledì, Maggio 1, 2024
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Racket e ‘richieste’ per gli Amato-Pagano a Melito, raffica di sconti in appello

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Non sfonda neanche in appello il processo che vedeva alla sbarra oltre 25 imputati indicati come gregari e fiancheggiatori del clan Amato-Pagano. Protagonisti di una stagione fatta di estorsioni e richieste per conto del clan ad imprenditori e commercianti di Melito, episodi contenuti nell’ordinanza monstre che, nel giugno del 2021, portò ad una maxi operazione. Le indagini portarono alla luce l’esistenza di una forma di controllo pressoché totale del territorio melitese da parte del clan, grazie anche alla diretta partecipazione alle attività criminali del presidente dell’Aicast (prima ASCOM) di Melito, associazione rappresentativa di plurime categorie commerciali/industriali/artigianali operanti nella città che, proprio in virtù di tale ruolo, era nelle condizioni di favorire il clan attraverso i rapporti con commercianti e imprenditori. Proprio nella sede dell’associazione si sarebbero tenuti dei summit di camorra finalizzati a stabilire le strategie criminali da adottare.

Tutte le condanne

In secondo grado sono state inflitte numerose condanne al ribasso rispetto alle già contenute sentenze emesse nel primo grado. Per Massimiliano Aricoinflitti 5 anni (chiesti 6 anni e 3 mesi di reclusione); Sebastiano Aruta incassa sei anni e 8 mesi; per Rosario Balido tre anni e 4 mesi di reclusione; per Salvatore Chiariello 7 anni e 4 mesi rispetto ai 10 anni del primo grado; per Claudio Cristiano inflitti 5 anni e quattro mesi; Domenico Di Girolamo incassa 6 anni; Luciano De Luca incassa 5 anni (chiesti 6 anni e 3 mesi); Maria De Luca incassa 6 anni (chiesti 8 anni); Domenico De Mase incassa sei anni e 8 mesi rispetto agli otto anni del primo grado; Raffaele De Panicis incassa 7 anni e 7 mesi; Giuseppe Liccardo incassa 4 anni e cinque mesi rispetto ai cinque anni del primo grado, difeso dagli avvocati Luigi Senese e Luigi Poziello; cospicua riduzione per il reggente Marco Liguori, condannato a sette anni e otto mesi rispetto agli 11 anni del primo grado. Liguori era stato condannato con il ruolo di capo e promotore, era difeso da Luigi Senese; Vincenzo Maglione incassa 4 anni e cinque mesi; Gianni Marco Maisto inflitti 8 anni e 4 mesi; Antonio Miliardi incassa 7 anni e 4 mesi; Fortunato Murolo incassa 6 anni e otto mesi rispetto agli otto rimediati in primo grado. Il ras era difeso dagli avvocati Luigi Senese e Rocco Maria Spina; per l’ex presidente dell’Aicast Antonio Papa incassa 13 anni e 4 mesi, Giuseppe Pellecchia incassa 8 anni  e quattro mesi, Michele Riso incassa 4 anni e otto mesi; per il collaboratore di giustizia Salvatore Roselli inflitti 5 anni e 4 mesi; Andrea Severino inflitti 12 anni e otto mesi in continuazione, Nicola Schiavone incassa 6 anni; Sinistro Giuseppe incassa 9 anni e 4 mesi; Tortora Raffaele incassa 7 anni rispetto agli otto anni e otto mesi del primo grado (difeso dall’avvocato Luigi Senese);

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