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Raffaele Imperiale entra nella lista dei latitanti più pericolosi d’Italia: il narcos borghese

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Raffaele Imperiale è entrato ufficialmente nella lista dei 6 latitanti più pericolosi d’Italia dopo l’arresto di Rocco Morabito. Il ministero dell’Interno ha incluso il nome del narcos della camorra accanto a quelli dei padrini di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro e Giovanni Montisi, Attilio Cubeddu e Graziano Mesina dell’Anonima Sequestri e del camorrista Renato Cinquegranella.

Ricercato dal 27 gennaio 2016 per traffico internazionale di sostanze stupefacenti aggravate da finalità mafiose, lo stesso giorno sono state diramate le ricerche in ambito internazionale per l’arresto ai fini estradizionali.

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LA STORIA DI RAFFAELE IMPERIALE, IL NARCOS BORGHESE

Imperiale nasce il 24 ottobre del 1974 a Castellammare di Stabia, figlio di un facoltoso costruttore. Sin da giovane Lello Ferrarelle subì un sequestro lampo che non convinse mai del tutto gli inquirenti che seguirono il caso. A vent’anni si trasferì ad Amsterdam dal fratello, forse in riva al fiume Amstel capì l’importanza di determinati canali. In terra olandese fu introdotto da Antonio Orefice del clan Moccia che lo raccomandò a Elio Amato. Il fratello di Raffaele, capo degli Scissionisti, si presentò come Giancarlo e prenotò un carico da far arrivare a Secondigliano.

DALLA FAIDA DI SCAMPIA  ALLA LATITANZA A DUBAI

Raffaele Imperiale iniziò, quindi, ad incassare milioni di euro grazie al clan di camorra fondato da Paolo Di Lauro. All’epoca nel clan di Ciruzzo o’ milionario c’erano Raffaele Amato, Maurizio Prestieri, Rosario Pariante, Enrico D’Avanzo, Raffaele Abbinante, Gennaro Marino e Antonio Leonardi. Quindi Imperiale divenne il referente di Secondigliano che trattava direttamente con i cartelli del narcotraffico. Fondamentali i suoi contatti per l’approvvigionamento con i narcotrafficanti in Ecuador, Perù, Colombia.

Lello Ferrarelle ebbe un’importanza notevole nell’esito della faida tra i Di Lauro e gli Scissionisti, infatti, si schierò con gli ex colonnelli del padrino di Scampia. Dopo la guerra il narcos borghese continuò a rifornire i clan della ‘Scissione’ almeno fino al 2008 dalla sua latitanza dorata di Dubai che dura ancora oggi.

E’ nota la sua passione per l’arte così come dimostrato dal sequestro, condotto dai finanzieri, di due tele di Vincent Van Gogh. Entrambe opere rubate dal Museo di Amsterdam nel 2002 e trovate nel settembre 2016 in un casolare di Castellammare nella disponibilità della famiglia Imperiale.

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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