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mercoledì, Maggio 1, 2024
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Rapina choc a Miano, arrivano gli ‘sconti’ in appello per i Cifrone

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Colpo di scena in appello per i ras del clan Cifrone di Miano imputati nel processo che li vedeva alla sbarra come componenti di un gruppo autore di una rapina ai danni di un negozio di telefonia a Miano.
Il processo in questione vedeva imputati Gennaro Caldore, Pasquale Pandolfo, Giovanni Mascioli e Stefano Di Fraia, appartenenti al gruppo retto dai cugini Luigi e Gaetano Cifrone. La rapina era ricostruita nell’ordinanza che nel 2020 portò all’arresto dei vertici e dei gregari del gruppo.
Per Giovanni Mascioli, condannato in primo grado a 12 anni, è intervenuta la remissione di querela da parte di un commerciante di fiori per un episodio per cui Mascioli rispondeva di violenza aggravata (in aggiunta alla rapina del negozio di telefonia) Mascioli, abilmente difeso dagli avvocati Gandolfo Geraci e Andrea Imparato, ha rimediato una condanna più lieve a sette anni e sei mesi. Stessa condanna per Di Fraia e Pandolfo mentre Caldore è stato condannato a sette anni e nove mesi. Anche per Caldore, soprannominato ‘Genny cioccolata’ è intervenuta una riduzione di pena: condannato in primo grado a nove anni e sei mesi, abilmente difeso da Domenico Dello Iacono, ha ottenuto una riduzione della pena a sette anni e nove mesi.

L’articolo precedente: commerciante minacciato ai Cifrone con un taglierino

Una rapina in stile ‘Arancia Meccanica’. Un esercente costretto a rivelare dove fosse la telecamere del suo negozio per ‘permettere’ agli sgherri del clan di portare via cellulari e quant’altro. Un negozio riconducibile ad un parente del nemico Matteo Balzano (l’esercente è però totalmente estraneo a episodi legati alla criminalità). E’ il racconto della rapina effettuata dagli uomini del clan Cifrone nelle 66 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare notificata a presunti appartenenti al gruppo criminale di ‘Ngopp Miano’. A quell’azione presero parte in sette (uno di loro è solo indagato): Luigi Cifrone, Gennaro Caldore, Pasquale Pandolfo, Gaetano Cifrone, Stefano Di Fraia e Giovanni Mascioli. Un raid che fruttò al gruppo 6mila euro e che fu scoperto dai carabinieri della compagnia Vomero grazie a tutta una serie di intercettazioni puntualmente poi riprese dal provvedimento eseguito ieri.

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Commerciante minacciato con un taglierino dai Cifrone

«Luigi Cifrone, Gaetano Cifrone e Giovanni Mascioli e un altro soggetto non identificatogiungevano nel negozio di via Janfolla e, tutti armati, intimavano a (….) di dargli uno zaino per poterlo riempire dei prodotti in vetrina. Caldore, dopo aver chiesto dove fosse il dvr dell’impianto di videosorveglianza, lo schiaffeggiava e lo minacciava con un taglierino. Pandolfo, dopo aver condotto la vittima in bagno, gli intimava di abbassare la testa e si impossessava della collanina d’oro che aveva al collo». Calore in quegli attimi drammatici avrebbe minacciato l’esercente con un taglierino urlandogli contro di dirgli dove si trovassero le telecamere.

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