“Non c’è nessun giallo” sul Reddito di cittadinanza. “Da due settimane ho dato ordine al mio staff di lavorare con Poste per tutto, inclusa la stampa delle tessere”. Lo ha chiarito il ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, dopo le polemiche degli ultimi giorni. Interpellata ieri a Otto e mezzo su La7, la viceministra Laura Castelli, aveva risposto in modo molto sibilino su quale soggetto fosse stato scelto per la stampa della card. “Quando verrà pubblicato il progetto completo si vedra chi (stampa ndr) e tutti i dettagli”, aveva detto ieri sera.”proseguendo che ve lo diremo presto”.
Poche ore prima il presidente dell’Inps Tito Boeri si era chiamato fuori dalla questione. “Noi non siamo minimamente coinvolti. Non ho nessuna notizia a riguardo e non abbiamo nessuna comunicazione su questo. Non spetta a noi per altro, mi meraviglierei se chiedessero a noi di farle”.
Il caso tessere
Era scoppiato giovedì scorso, quando Di Maio ospite di Piazzapulita su la7 aveva annunciato: “Ho già dato mandato di stampare le prime cinque o sei milioni di tessere elettroniche”, aveva detto. “Avrete tutti i parametri a breve”.
Come spiegato la scorsa settimana da Repubblica, i passaggi tecnici per le eventuale “stampa” delle tessere sono diversi. A partire dal più scontato: nessuna attività può partire senza un provvedimento di legge che determini chi deve fare che cosa e che titolo. Ad oggi del reddito di cittadinanza c’è soltanto un bacino di risorse accantonate nel disegno di legge di bilancio in discussione, quindi non ancora approvato, alla Camera. Manca quindi il provvedimento in quanto tale, che definisca quindi la portata dell’intervento, la platea di destinatari, gli importi, le modalità e da ultimo anche i soggetti coinvolti nella produzione fisica delle tessere, che ovviamente non possono cominciare ad essere stampate prima che una misura entri per legge in vigore.