I furbetti del reddito di cittadinanza si nascondono nei quartieri di Milano Nord, e a Baggio-Lorenteggio. Sono le zone con il più alto numero di sussidi anti-povertà revocati dall’Inps nel 2020, con le conseguenti denunce penali, perché venivano percepiti da persone che non ne avevano diritto. Gli stessi quartieri, tra l’altro, dove i truffatori coinvolti nella maxi-inchiesta della Procura di Milano facevano figurare le finte residenze di oltre novemila cittadini romeni, in alcuni casi deceduti o che non avevano mai messo piede in Italia, per incassare a loro nome i sussidi con l’aiuto dei Caf compiacenti del Movimento Cristiano Lavoratori. Prestazioni revocate dall’Inps nelle scorse settimane, quando è emerso il sistema che avrebbe consentito alle 16 persone accusate di associazione a delinquere di arraffare 20 milioni di euro. Circa 3.800 romeni risultavano, nelle pratiche aperte dai Caf per la richiesta del sussidio, residenti in 11 vie di Milano, quasi tutte nella zona Nord, con la più alta concentrazione in piazzale Selinunte. Lo riporta Il Giorno.
Una zona che corrisponde a quella dove nel 2020, prima dell’inchiesta, si è concentrato il maggior numero di sussidi revocati per irregolarità. In tutta la Città metropolitana sono state annullate dall’Inps 15.172 prestazioni del reddito di cittadinanza, il 14.09% di quelle erogate. Un forte aumento di revoche e di “denunce all’autorità giudiziaria per tutti i casi previsti dalla legge” (nel 2019, anno di esordio della misura anti-povertà bandiera del M5s, le revoche erano state solo 4855, il 4.62% del totale) proseguito anche quest’anno. La crisi innescata dalla pandemia ha provocato un boom di domande e, in parallelo, anche di “furbetti“ che hanno messo le mani sui fondi pubblici. Fenomeno che ha portato a un rafforzamento dei controlli da parte dell’Inps, che emerge dalla mappa delle zone della Città metropolitana coperte dalle sedi territoriali dell’istituto previdenziale, in prima linea nella partita del reddito di cittadinanza. La sede di Baggio-Lorenteggio ha revocato nel 2020 ben 2456 redditi di cittadinanza (nel 2019 erano 546), chiedendo la restituzione dei soldi ad altrettante persone.
