Nino Capaldo ha confessato di aver ucciso Massimo Lodeserto con diverse martellate dopo una lite avvenuta in casa e poi di aver nascosto il corpo nel seminterrato sotto un cumulo di rifiuti e macerie. Il movente, secondo la tesi degli inquirenti riporta dal Corriere della Sera, sarebbe collegato al fallimento dell’impresa di pulizie che la vittima e la sua ex compagna avevano gestito insieme. La donna, che successivamente ha iniziato una relazione con Capaldo, era convinta che Lodeserto si fosse appropriato di circa 100 mila euro. Infatti da settimane l’ex pentito continuava a telefonare al 58enne per chiederne la restituzione.
L’ARRESTO E LA SEGNALAZIONE
Il pregiudicato Capaldo, già affiliato al clan di camorra Gagliardi-Fragnoli e condannato per un omicidio, è stato arrestato con l’accusa di aver ucciso Massimo Lodeserto, il cui cadavere è stato ritrovato in una cantina a Torino dopo che ne era stata denunciata la scomparsa lo scorso 30 agosto.
La famiglia si era rivolta anche alla trasmissione “Chi l’ha visto”. Da un primo esame del cadavere compiuto dai carabinieri, sarebbe stato ucciso a martellate. Alla base dell’omicidio, secondo i primi accertamenti, ci sarebbero motivi economici. Capaldo, a quanto si apprende, risulta inserito in un programma di protezione.
L’uomo durante l’interrogatorio durato tutto il pomeriggio di ieri avrebbe fatto delle ammissioni. Nel 2019 l’arrestato era stato condannato dalla Corte di Cassazione a 15 anni per l’omicidio avvenuto a Mondragone dove un corriere della droga venne picchiato, assassinato e il cadavere dato alle fiamme.