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sabato, Aprile 27, 2024
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“Roberto Saviano, via scorta e cittadinanza”: è scontro con la Lega di Salvini

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È guerra aperta tra la Lega e Roberto Saviano. Matteo Salvini, ministro degli Interni, ha prospettato di revocare la scorta allo scrittore. A  Torino, il capogruppo del Carroccio Fabrizio Ricca va oltre. “Togliamo a Saviano anche la cittadinanza torinese”.

La proposta

E’ stata messa nero su bianco in una mozione che verrà discussa in Sala Rossa. «Il 3 marzo del 2008 la Città di Torino conferiva la cittadinanza onoraria allo scrittore Roberto Saviano. Saviano, nonostante sia venuto a Torino varie volte in questi anni non si è mai presentato a ricevere il riconoscimento. Non ha neppure mai espresso la volontà di venire nel capoluogo piemontese a ritirarlo. Inoltre vorrei ricordare che nel settembre del 2017 Roberto Saviano è stato condannato in terzo grado di giudizio dalla Corte di Cassazione per plagio. Colpevole di aver copiato tre articoli inseriti nel sul libro “Gomorra”. Quindi, vista la sentenza, si indeboliscono le motivazioni per cui è stata conferita la cittadinanza. Come è già avvenuto in passato per altri casi, la Città di Torino può benissimo revocare la cittadinanza onoraria a Roberto Saviano».

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LO SCONTRO TRA SALVINI E SAVIANO

Saviano ha definito più volte “imbarazzante” Salvini, colpevole di voler “attirare con le proprie affermazioni la canaglia razzista”.  Matteo Salvini apre alla possibilità che venga tolta la scorta a Roberto Saviano. Lo scrittore che da anni vive sotto protezione dopo le minacce ricevute dalla camorra. “Togliere la scorta a Saviano? – ha detto il titolare del Viminale ad ‘Agorà’. Saranno le istituzioni competenti a valutare se corre qualche rischio”. “A Saviano mando un bacione se in questo momento ci sta guardando. E’ una persona che mi provoca tanta tenerezza e tanto affetto”.

Alle parole di Salvini replicano in molti. A partire dal Pd. Pina Picierno, europarlamentare dem invoca le dimissioni per il titolare del Viminale.

Le reazioni

Il vicepresidente della Camera Ettore Rosato definisce invece le parole di Salvini “minacce inaccettabili per un uomo che ha contribuito a far luce su un sistema criminale pervasivo e pericoloso”. “La scorta a Saviano – ha sottolineato Rosato – come lui stesso raccontò, non è una concessione ma la protezione che lo Stato deve garantire a chi minacciato per avere combattuto mafia e camorra”. Su Twitter gli fa eco Giuseppe Civati che bolla Salvini “pessimo, violento, pericoloso: un ministro dell’Interno che gioca sporco”. Pietro Grasso di Leu su Facebook scandisce: “Non vogliamo altri Pippo Fava, Peppino Impastato, Mario Francese, Cosimo Cristina, Giovanni Spampinato, Mauro De Mauro, Giancarlo Siani, Mauro Rostagno, Giuseppe Alfano”.

Qualche ora più tardi, parlando durante una diretta Facebook dal Viminale, Salvini ha poi precisato: “Saviano? Figuratevi se mi interessa quello che fa Saviano, non sono io a decidere sulle scorte, ci sono organismi preposti. Continui a pontificare, lui è l’ultimo dei miei problemi”. “Io – ha aggiunto Salvini – voglio combattere la mafia e la Camorra davvero”.

 

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