Il gruppo Festa è riuscito a riciclare un fiume di soldi grazie al mondo dei professionisti, infatti, papà Antonio e il figlio Gennaro si sono dovuti rivolgere agli esperti. Inoltre nell’inchiesta sono finiti anche i nomi di imprenditori e di persone molto vicine al clan Contini, dunque, gli inquirenti della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli hanno fatto emergere una zona grigia.
Il capi del gruppo si sarebbe avvalso, soprattutto, di professionisti compiacenti per realizzare operazioni di riciclaggio nei diversi settori dell’abbigliamento “di tendenza”, della vendita di orologi a marchio contraffatto, del commercio di alimentari e di prodotti informatici, della la ristorazione fino al trasporto merci. Gli indagati avrebbero fittiziamente intestato alle società e ai prestanome, reclutati e remunerati, al fine di sottrarsi ad eventuali provvedimenti di sequestro.
I PROFESSIONISTI
Nunziante Manna sarebbe stato l’organizzatore della compagine in merito per le indebite compensazioni, titolare pro tempore di uno studio. L’uomo avrebbe fatto l’intermediario abilitato trasmettendo telematicamente i Modelli F24 i quali avrebbero consentito alle società del gruppo di beneficiare di indebite compensazioni.
Rosalba Chielli sarebbe stata l’organizzatrice del gruppo, la commercialista e la gestrice di una parte della struttura contabile amministrativa a disposizione dell’organizzazione, nonché anche la fittizia intestataria delle società a disposizione del sodalizio.
Alessandro Pagano si sarebbe occupato delle frodi fiscali, delle indebite compensazioni e dei riciclaggi realizzati attraverso le società appartenenti al consorzio del quale rivestiva cariche apicali.
Infine Giovanni Improta aveva il ruolo di consulente fiscale e intermediario abilitato, infatti, inviava le dichiarazione Modello Iva per diverse società della organizzazione munite del suo visto di conformità e contenente crediti Iva inesistenti per effettuare indebite compensazioni.
L’INCHIESTA
Ieri mattina i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata e con i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale, hanno eseguito ad un provvedimento applicativo di misure cautelari personali e reali emesso dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 25 soggetti.
LE MISURE CAUTELARI
In carcere sono finiti Antonio Festa, Michele Tecchia, Gennaro Festa.
Disposte le misure domiciliari per Salvatore D’Amelio, Carmine D’Aria, Giuseppe Illiano, Salvatore Daniele, Ernesto Morra, Rosalba Chielli, Nunziante Manna, Oreste Lione.
Obbligo di firma: Mariantonietta Ellena, Maria Festa, Luigino Fattore, Giuliano Franchini, Giovanni Montagna, Antimo Verde, Carlo Domenico Pizzini, Jean Boccarusso, Mario Cobianchi, Vittoria Treccarichi, Alessandro Pagano, Donato Belli, Giovanni Improta.
La ‘bella vita’ con i soldi del riciclaggio, l’inchiesta sul gruppo Festa-D’Amelio