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venerdì, Maggio 10, 2024
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La ‘bella vita’ con i soldi del riciclaggio, l’inchiesta sul gruppo Festa-D’Amelio

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“Una vera e propria associazione criminale dedita ad una serie di reati tra cui: falsificazione e commercializzazione di orologi a marchio contraffatto, fittizia intestazione di beni, indebite compensazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e reimpiego di ingenti capitali, emissione ed utilizzo di false fatture, nonché detenzione e traffico di armi da fuoco”. Queste le accuse mosse dai magistrati al gruppo criminale sgominato oggi dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, dal Scico e dai carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Napoli 

Tra coloro che sono finiti ai domiciliari nell’ambito dell’indagine della Guardia di Finanza, del Scico e dei carabinieri di Napoli sull’attività di riciclaggio di un gruppo criminale con base a Napoli (25 misure cautelari in 8 province e un sequestro da 8,4 milioni di euro) figura anche Salvatore D’Amelio, titolare di vari brand internazionali di abbigliamento giovanile (tra cui “Minimal” e “Drop list”).

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Arrestati gli imprenditori Antonio Festa e suo figlio Gennaro Festa, entrambi finiti in carcere, insieme a Michele Tecchia. In particolare, le indagini, secondo l’impostazione accusatoria, “hanno consentito di evidenziare la presenza di un vero e proprio gruppo imprenditoriale/criminale costituito da diverse società – operanti sul territorio italiano ed estero – create e/o acquisite da Festa Antonio, il figlio Festa Gennaro e D’Amelio Salvatore, grazie alla collaborazione di vari professionisti tra cui in particolare Tecchia Michele, il tutto anche attraverso l’interposizione fittizia e fiduciaria di numerosi prestanome”.

Secondo l’accusa, tutta da dimostrare, i Festa riciclerebbero i capitali di alcune persone orbitanti in ambienti malavitosi nelle loro attività commerciali.

“Gli ingenti capitali accumulati dal “Gruppo Festa” – scrivono i magistrati – derivanti dalle molteplici attività illecite dallo stesso posto in essere nel corso degli anni, sono stati gestiti – grazie alla collaborazione di professionisti compiacenti – attraverso la concretizzazione di una sensibile mole di investimenti economico finanziari, diversificati nel tempo, in vari settori commerciali”. Sempre secondo l’impostazione accusatoria  nelle diverse annualità prese in esame, tutti i principali componenti della famiglia Festa, oggetto di specifiche attività di indagine, non risultano essere percettori di redditi tali da giustificarne il tenore di vita altissimo accertato. L’ipotesi accusatoria è, pertanto, quella che vede i componenti del  Gruppo Festa, attraverso l’ausilio di professionisti, “essere riusciti a creare una fìtta rete di società, per lo più intestate a prestanomi, nelle quali confluivano i proventi delle variegate attività illecite, dalla contraffazione alle frodi fiscali, e conseguenti attività di riciclaggio ad ampio raggio”. 
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e, pertanto, presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

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