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venerdì, Aprile 26, 2024
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«Sta sopra al comandante», Montella in lacrime davanti al gip

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Si sarebbe vantato con i pusher di avere più potere del comandante. A rivelarlo agli inquirenti un giovane di 26 anni. Con la sua testimonianza ha contribuito a far scattare l’inchiesta che poi ha fatto luce su quanto accadeva in quella caserma dei carabinieri. Questa è sotto sequestro dopo la scoperta di una lunga serie di atti illeciti come torture, arresti illegali e traffico di sostanze stupefacenti. «Io principalmente parlavo con Montella. Mi diceva che comunque tutti gli altri carabinieri della stazione erano ‘sotto la sua cappella’, compreso il comandante Orlando», questa la testimonianza del giovane.

Le parole del carabiniere Montella

Nel corso dell’interrogatorio di garanzia l’uomo che nell’ordinanza di custodia viene indicato come il vertice della cricca, risponde a tutte le domande. L’ordinanza è talmente vasta che il giudice non riesce a contestare uno per uno i reati, in totale sono 58 capi d’accusa e Montella compare in quasi tutti. «È una persona molto provata», ha detto ai cronisti il legale uscendo dal carcere. «Si possono fare errori per ingenuità, per vanità, per tante cose». Il tema scottante è quello dei rapporti con la scala gerarchica, con i superiori che appena due anni fa avevano riconosciuto a lui e agli altri della Levante un encomio per i risultati conseguiti sul fronte della lotta allo spaccio. Su questo fronte Montella fa un ammissione importante: i suoi metodi erano noti almeno al maresciallo Marco Orlando, il comandante della Stazione Levante. Orlando è agli arresti domiciliari, con imputazioni finora più lievi rispetto al resto del branco. Ma ora la sua posizione potrebbe aggravarsi.

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