venerdì, Agosto 15, 2025
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‘Storia della mia famiglia’, la serie napoletana su Netflix conquista il pubblico

Tra commedia e commozione, tra delicatezza e naturalezza, Storia della mia famiglia, la nuova serie TV approdata su Netflix il 19 febbraio, racconta in sei episodi dei legami familiari che vanno ben oltre quelli diffusi nell’immaginario collettivo. Una serie che disegna una vera e propria comunità, fondata non solo su rapporti di sangue, in conseguenza di un lutto che attraversa tutta la comunità. Frutto del genio creativo di Filippo Gravino, sceneggiatore della miniserie, e diretta dalla regia di Claudio Cupellini, questo dramedy attraversa i temi della perdita, dell’amore e della costruzione di una nuovo ideale di famiglia, quando quella di origine non può più esistere.

La serie Netflix tutta napoletana

Storia della mia famiglia è stata girata tra Roma, Napoli e la costiera Sorrentina. E’ infatti ambientata ad Ercolano, in provincia di Napoli, da dove parte la storia della famiglia protagonista.

La trama della serie su Netflix

La serie attraversa in sei episodi le vicende di Fausto – interpretato da Eduardo Scarpetta -, papà di due bambini, Libero (Jua Leo Migliore) ed Ercole (Tommaso Guidi). Sulle spalle del giovane uomo pende un pesante orologio: la sua vita ha infatti le ore contate, a causa di un terribile carcinoma ai polmoni che presto gli chiuderà gli occhi. Tuttavia Fausto trascorre il suo ultimo giorno di vita con il pensiero fisso su un’unica cosa: il destino dei suoi due figli.

Così, intento a lasciare un futuro migliore ai due bambini, decide di affidarli a quattro persone, cosciente di non poter contare sull’ex moglie Sarah (Gaia Weiss). Infatti suo fratello Valerio (Massimiliano Caiazzo), sua madre Lucia (Vanessa Scalera) e i suoi amici Maria – da sempre innamorata di lui – e Demetrio (Cristina Dell’Anna e Antonio Gargiulo) si riveleranno essere ben presto le persone più importanti della vita di Fausto. Si tratta di un gruppo alquanto eterogeneo, che si ritrova a improvvisare una famiglia per il bene dei bambini, combattendo tutti i limiti, le paure e le responsabilità del caso.

Nel frattempo, la narrazione risulta sospesa tra il presente, rappresentato dai quattro impegnati badare ai piccoli, e il passato, ricostruito attraverso numerosi flashback che portano lo spettatore indietro nel tempo. Grazie a questo intreccio temporale lo spettatore ha modo di vedere con i propri occhi le fragilità dei personaggi, e di affezionarsi a loro. Così, tra gioie e cadute, tra piccoli gesti eroici ed errori macroscopici, ogni membro dello sgangherato e amatissimo clan scelto da Fausto farà del proprio meglio dando del proprio peggio.

Eduardo Scarpetta nei panni di Fausto

Fausto è la persona più viva di tutti, e ci tiene ad essere la persona più viva di tutti per le persone a cui lascia, a cui vuole lasciare questi figli, fondamentalmente è costretto a creare questa nuova famiglia“, ha dichiarato Eduardo Scarpetta. “Fa di tutto perché se ne convincano anche loro, perché lui ne è convinto ma loro no, perché una è inadeguata, un altro è insicuro, l’altro è innamorato. La mia morte, la morte di Fausto però sblocca tante cose, dà uno scossone a tutti. C’è una frase bellissima, non mi ricordo se è di Lao Tsé, che dice: ‘quello che il bruco chiama fine del mondo il resto del mondo lo chiama farfalla’, che è un po’ il concetto della mia fine per l’inizio di una nuova vita da parte di tutti“, ha concluso Scarpetta.

Vanessa Scalera e la centralità del tema della famiglia

E inevitabilmente il baricentro di questa nuova famiglia finisce per ruotare sulla mamma Lucia. “Di lei ho amato la sua profonda onestà: Lucia non finge di essere qualcosa che non è e si assume le responsabilità di ogni errore che ha commesso“, ha affermato Vanessa Scalera. “Mi affascinava l’idea di interpretare una donna a tratti caotica, ma sincera nelle sue frivolezze. Una donna semplice, con un trascorso personale complicato: in fatto di cuore non ne ha mai azzeccata una. Ed è consapevole di non essere stata una brava madre. Ma nel corso della serie saprà riscattarsi dimostrando di essere più matura di quanto sembri“.

Del resto il tema della famiglia è centrale all’interno di tutta la serie. “La famiglia conta, la differenza è che quella biologica non la scegli tu mentre quella logica hai la fortuna di poterla scegliere, te la crei nel corso del tempo, passando al setaccio tutte le migliaia di persone che incontri nel corso della vita. E, molto importante, nessuna famiglia è sbagliata”, ha commentato lo stesso Scarpetta.

“Ragazzi, quando vi sembra che tutto va male, ballate”

Ma il senso più potente e autentico dell’intera miniserie è contenuto all’interno della raccomandazione che Fausto rivolge prima di morire ai “fantastici quattro”: “Ragazzi, quando vi sembra che tutto va male, ballate“. La vita è fatta di tante cose brutte, di tante tragedie, a volte inspiegabili razionalmente. Ma la capacità di trovare dietro ciò che avvolge le nostre vite un qualcosa di “bello” è forse il dono più bello di cui si possa disporre.

E’ forse proprio questo il bagaglio emotivo più importante che i figli di Fausto porteranno con sè negli anni a venire. Infatti proprio sull’onda di questo consiglio si snoda tutto il dramedy. Non a caso infatti ci strappa una quantità infinita di lacrime per l’ingiustizia della malattia, soprattutto all’inizio. Ma, al contempo, la miniserie ci fa ridere a crepapelle per la vita di tutti i giorni. E’ qui che risiede la potenza di tutto il dramedy.

Storia della mia famiglia 2: ci sarà?

Insomma, Storia della mia famiglia è una serie che si sviluppa tra problemi, pensieri e storie che si aggrovigliano tra di loro. Ma siamo sicuri che non ci siano altri nodi da sciogliere, e che potrebbero essere oggetto di un ipotetico sequel? Per il momento Netflix non ha ancora annunciato una seconda stagione. Tuttavia il finale aperto della serie ci suggerisce che forse una Storia della mia famiglia 2 non è forse un’ipotesi molto remota. E’ molto probabile dunque gli sceneggiatori abbiano qualcosa in mente. Oltretutto, i numeri conquistati dal successo della serie drammatica parlano chiaro. La serie si è infatti subito collocata in top 10 su Netflix, dopo l’altro successo italiano ACAB del mese scorso. Dunque, alla luce dell’ottimo posizionamento nelle classifiche della piattaforma streaming, è molto probabile che si assisterà sempre su Netflix al debutto di una seconda stagione. Ma senz’altro si dovrà aspettare il 2027.