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giovedì, Maggio 2, 2024
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Strage di Suviana, corsa contro il tempo per trovare i 4 dispersi. La moglie del napoletano Enzo Garzillo: “Ho avuto la notizia dalla tv”

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C’è poca speranza di trovare vivi i 4 dispersi nell’ennesima strage sul lavoro a Suviano.Sono un centinaio i vigili del fuoco impegnati in operazioni tutt’altro che semplici. Bisogna raggiungere i piani -8 e -9 che sono al di sotto del livello del lago, dove si trovavano gli addetti al momento dell’esplosione. Per riuscirci è stata drenata l’acqua che aveva invaso i locali e fatto abbassare il livello del lago al fine di rendere le operazioni più veloci. Le attività procedono senza sosta perché si sa che ogni minuto può risultare prezioso, anche se più passa il tempo e più diminuiscono le speranze di trovare vivi i dispersi. Nel quartiere di Pianura, a Napoli, si respira un’atmosfera carica di tensione mentre la comunità resta in apprensione per il destino di Vincenzo Garzillo, uno dei quattro dispersi nella tragica vicenda della centrale idroelettrica di Suviana, in Emilia Romagna.

Oltre a Garzillo, risultano dispersi anche Paolo Casiraghi, 59 anni, di Milano; Alessandro D’Andrea, 37 anni, di Pontedera, ma residente nel milanese; e Adriano Scandellari, 57 anni, nato a Padova e residente a Mestre. Tre le vittime accertate: Petronel Pavel Tanase, 46 anni, residente a Settimo Torinese, di origine rumena e papà di due gemelli; Mario Pisani, 74 anni, residente a San Marzano di San Giuseppe (Taranto) anche se da qualche anno viveva al Nord; e Vincenzo Franchina, 36 anni, di Sinagra, nel messinese, ma viveva a Genova, sposato da un anno e da poco papà. Cinque persone invece sono rimaste ferite e subito dopo l’esplosione portate in diversi ospedali per le cure del caso.

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Chi è Vincenzo Garzillo, il napoletano disperso a Suviano

Garzillo, un ex dipendente Enel che si è ritirato nel 2022, era coinvolto come consulente esterno della Lab Engineering nelle operazioni di riattivazione dei macchinari presso la centrale. La notizia della sua scomparsa ha scosso profondamente la sua famiglia e la comunità di Pianura. Da ieri, il figlio e altri parenti si sono diretti verso Suviana per monitorare da vicino le operazioni di ricerca condotte dalle squadre specializzate di sommozzatori dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine, che lavorano incessantemente per recuperare i dispersi. Nel frattempo, la moglie e la figlia di Garzillo sono rimaste a Pianura, mantenendo un costante contatto con il figlio e le autorità.

La storia professionale di Garzillo è stata caratterizzata da una lunga e rispettata carriera nell’ambito delle centrali idroelettriche. Dopo aver iniziato come operaio tecnico per Enel nel lontano 1978, ha continuato a servire l’azienda fino al suo pensionamento nel 2022, concludendo la sua carriera presso la centrale di Presenzano, nel Casertano.

La sua vasta esperienza e competenza lo hanno reso un punto di riferimento sia professionale che umano per i suoi colleghi, come dimostrato dai festeggiamenti per il suo pensionamento a Presenzano nel 2022.

Nonostante avesse lasciato il suo ruolo di dipendente Enel, Garzillo aveva continuato a contribuire al settore come consulente, mettendo a frutto la sua conoscenza dettagliata dei macchinari nelle centrali idroelettriche. È così che si trovava a Suviana, coinvolto attivamente nelle operazioni che ora sono diventate oggetto di preoccupazione e attenzione a Pianura.

La moglie Patrizia Buonomo è stata intervistata da Il Mattino: «È partito martedì con il treno alle sette e quando è arrivato a Bologna mi ha telefonato rassicurandomi che il viaggio era andato bene e che avrebbe noleggiato un’auto per recarsi alla centrale. Mi ha detto che sarebbe andato alla centrale idroelettrica e che ci saremmo sentiti verso ora di pranzo. È stato affettuoso come sempre», ha detto la moglie di Garzillo alla giornalista Milena Chiapparino.

Come ha saputo dell’esplosione?
«Ero a casa di mia figlia, nel primo pomeriggio di martedì, in compagnia dei miei nipotini. Stavo guardando la televisione. A un certo punto, la trasmissione che stavo seguendo ha comunicato la notizia di una grave esplosione in una centrale idroelettrica e mi sono resa conto che si trattava del posto dove era andato Vincenzo. Ho avuto un colpo al cuore. Non mi sembrava possibile che potesse veramente essere accaduto. Ho subito chiamato i miei figli. Fara è rimasta qui con me e mio figlio è partito martedì per raggiungere il padre».

Vincenzo era mai stato in quella centrale idroelettrica?
«Mio marito conosce tutte le principali centrali in Italia e, fin da giovane, ha sempre viaggiato, specializzandosi come collaudatore di grandi impianti. È un professionista esperto e ha cominciato a lavorare appena diplomato. La sua candidatura era talmente eccellente che l’azienda gli tenne il posto che si era aggiudicato attraverso il concorso perché Vincenzo fu costretto a partire per il servizio militare. Conosce alla perfezione le centrali e il loro funzionamento, per questo è stato chiamato per lavorare in quella struttura».

Dunque, suo marito era stato chiamato per una consulenza?
«Vincenzo era in pensione da un anno e mezzo e avrebbe potuto smettere tranquillamente di lavorare. La sua passione e la sua grande esperienza di collaudatore, l’hanno portato ad accettare qualche consulenza che l’azienda richiedeva facendo affidamento sulle sue qualità di professionista eccellente. Anche in questo caso, per la centrale vicino a Bologna, era stata richiesta la sua presenza e non c’erano dubbi che lui fosse la persona più preparata per quel genere di attività. Questo è uno dei motivi per cui sia io che mia figlia Fara, siamo convinte che non ci sia stato alcun errore umano a provocare l’esplosione».

Lei che spiegazione si è data?
«Sono in cerca di risposte e pretendo chiarezza. Io, i miei figli e tutta la nostra famiglia, vogliamo sapere cosa è veramente successo lì sotto. Voglio sottolineare ancora una volta che mio marito era un grande esperto e che tutto il suo gruppo di lavoro era composto da persone valide, per cui siamo certi che non si sia trattato di un errore umano. Non abbiamo una spiegazione ma vogliamo al più presto avere notizie. Ma ormai abbiamo poche speranze».

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