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lunedì, Maggio 20, 2024
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Stupro delle cuginette a Caivano, il racconto delle violenze nella ‘stanza rosa’. Il Gen. Scandone: “Avevano voglia di sfogarsi”

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“Avevano sicuramente voglia di parlare e di sfogarsi con qualcuno disposto ad ascoltarle attentamente e serenamente le due bambine vittime di abusi sessuali a Caivano. E hanno trovato nella nostra rappresentante una persona scrupolosa e comprensiva”.

Così il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Napoli, generale Enrico Scandone, durante la conferenza stampa tenutasi negli uffici della Procura di Napoli Nord ad Aversa relativa alle indagini sui fatti di Caivano.
Scandone ha parlato della carabiniera che per prima, nella cosiddetta stanza rosa, ha raccolto le confessioni delle due vittime, stendendo poi la relazione di servizio su cui si sono basate le successive indagini volte all’individuazione dei responsabili, realizzate dai carabinieri della Compagnia di Caivano, di cui Scandone ha ricordato “l’importante e forte presenza sul territorio”. “Bisogna avere fiducia nelle istituzioni, perché ci sono sempre persone disposte a farsi carico di queste vicende così gravi” ha concluso.

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Sono fatti “gravi e reiterati”, commessi con “brutale approfittamento” di vittime “deboli e in tenera età” e “con modalità subdole ai limiti della crudeltà”.
Così nell’ordinanza di custodia cautelare del gip del tribunale per i minorenni di Napoli, Umberto Lucarelli, vengono definite le violenze sessuali subìte dalle due cuginette a Caivano.
I nove indagati, secondo il giudice, “privi di scrupoli” e dalle personalità “assolutamente inquietanti”, erano “convinti di poter soggiogare ancora per chissà quanto tempo” le vittime, “certi che il senso di ‘vergogna’ loro inculcato, attraverso la minaccia di diffondere i video delle violenze o di ‘dirlo al padre’ avrebbe assicurato loro l’impunità”.
L’autorità giudiziaria sottolinea anche, nell’ordinanza, “la totale mancanza di pietà, la mortificazione imposta alla vittima” da parte di uno dei ragazzi, quando ha trasmesso “in diretta”, attraverso una videochiamata, uno dei rapporti sessuali subiti da una delle cuginette, mentre gli spettatori ridevano.
Alcuni dei sette ragazzi minorenni (uno da poco maggiorenne ma minore all’epoca dei fatti) hanno dei precedenti e uno anche una richiesta di rinvio a giudizio per lesioni aggravate.

Le famiglie di quattro dei sette ragazzi, inoltre, “sono gravate da precedenti penali” per cui i “nuclei familiari non danno alcuna garanzia di vigilanza sui minori”.
Uno dei ragazzi inoltre si era già reso protagonista di un tentativo di stupro, nel centro commerciale casertano “Campania” di Marcianise, ai danni di un’altra ragazzina, ma a causa dell’età non fu imputabile.
La misura del carcere emessa per sei dei sette indagati si basa sulla convinzione, da parte del gip, che in comunità quei ragazzi “rappresenterebbero fonte di pericolo per gli altri minori”.

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